Amarcord
Il più bel gol di Adani
Un gesto di solidarietà vale molto di più di buttare un pallone in fondo al sacco…
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10 mesi agoon
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calcissimoIl più bel gol di Adani: un gesto di solidarietà vale molto di più di buttare un pallone in fondo al sacco…
A volte segnare una rete può regalare emozioni che valgono molto più di una semplice vittoria per la propria squadra.
È il caso di Lele Adani, protagonista di un’esultanza rimasta nella storia del calcio italiano, e non solo per l’importanza del suo gol:
la sua t-shirtcelebrativa convinse infatti un ragazzo di 15 anni a tornare a casa dopo essere fuggito…
Una semifinale ad alta tensione
Riavvolgiamo però il nastro e torniamo alla stagione 2003/04. Una stagione che in casa Inter non rievoca ricordi particolarmente positivi perché ha visto susseguirsi in panchina ben tre diversi allenatori.
Un’annata iniziata con Hector Cuper, l’hombre vertical rimasto nella storia per il nefasto 5 maggio, proseguita con la breve parentesi di Corrado Verdelli e chiusa con Alberto Zaccheroni, chiamato a salvare l’onore della Beneamata e provare a portare a casa almeno un trofeo.
Il 12 febbraio 2004 i nerazzurri sfidano la Juve a San Siro per un Derby d’Italia valido per la semifinale di ritorno di Coppa Italia.
Il 2-2 dell’andata al Delle Alpi lascia ancora apertissimo il discorso qualificazione: chi vince va in finale e la tensione, come sempre quando si sfidano Inter e Juve, è palpabile…
Brescia chiama, Adani risponde
Alla vigilia della gara Lele Adani, centrale difensivo dei nerazzurri, riceve una telefonata da Brescia, città dove ha trascorso gli anni fondamentali della sua maturazione calcistica e dove, soprattutto, ha lasciato il segno dal punto di vista umano.
Ecco perché si pensa subito a lui per provare a risolvere un giallo che sta tenendo tutta la città con il fiato sospeso:
c’è un ragazzo di 15 anni, di nome Francesco, che è sparito da casa da ormai qualche giorno e che sembra si sia allontanato volontariamente.
Siccome Francesco è un accanito tifoso nerazzurro e ha come idolo Bobo Vieri, i giornali di Brescia coinvolgono subito Adani per fare da tramite con il compagno e lanciare un messaggio diretto proprio al giovane scomparso.
E, si badi bene, all’epoca i social network non esistevano: non era quindi facile come oggi recapitare questo tipo di messaggi.
La premonizione di Lele: una maglietta per Francesco
Adani si attiva subito e pensa di sfruttare la visibilità della semifinale di Coppa Italia per fare centro.
Da come gli hanno parlato di Francesco, il difensore emiliano è certo che per nulla al mondo si perderà il derby d’Italia contro la Juve.
Ecco allora l’idea: dedicare una maglietta personalizzata a Francesco da esibire in caso di gol e relativa esultanza.
C’è solo un piccolo particolare: Adani fa il difensore e di reti in carriera non ne ha mai segnate moltissime.
Sommando le esperienze con le maglie di Modena, Brescia, Fiorentina e Inter sono 14 le sue marcature in oltre 11 anni di professionismo.
Decisamente improbabile che trovi la via del gol in una partita peraltro di cartello, dove tutti si aspettano le prodezze di Vieri, Adriano o al massimo del Chino Recoba.
Eppure Adani, quella notte, ha come un presentimento: sarà proprio lui a realizzare il gol e lanciare l’appello per Francesco.
Minuto 95′: serve un (doppio) miracolo
Forse nemmeno lo stesso Adani, arrivati a quel punto, ci credeva più, anche se il seguito del nostro racconto dimostrerà poi il contrario.
Minuto 94: mancano appena una manciata di secondi allo scadere del recupero e la Juve è in vantaggio per 2-1 per effetto delle reti di Tudor e Del Piero che hanno ribaltato l’iniziale vantaggio nerazzurro firmato da Adriano.
Serve un miracolo. Sia per la qualificazione in finale dell’Inter, sia per il nobile proposito di Adani, ormai quasi rassegnato al piano B:
mostrare la maglia a fine partita, anche se -chiaramente- non avrebbe lo stesso effetto (e la stessa visibilità) rispetto ad un’esultanza post gol.
Eppure il difensore centrale non si rassegna e prova il tutto per tutto:
gli ultimi secondi del match li gioca da centravanti aggiunto per provare a centrare il suo doppio obiettivo.
È il momento di gettare il cuore oltre l’ostacolo, di rendere possibile l’impossibile.
Il gol raccontato da Adani
Potremmo scegliere mille modi per raccontare cosa poi è successo in quel concitato finale di partite ma niente renderebbe l’idea quanto la viva voce di Lele Adani, tornato sull’episodi ai microfoni della Bobo Tv.
Ecco le sue parole, pregne d’emozione, nel rivivere quello che -a conti fatti- è diventato il gol più importante della sua carriera:
Il cronometro dice 94′ e 35 secondi, tu (Vieri, ndr) mi vieni incontro e io ti supero facendo una corsa senza senso, guidato dalla cometa chiamata calcio. Tu (sempre Vieri, ndr) dai la palla a Stankovic sulla sinistra, Deki fa un cross perfetto, Emre colpisce la palla di testa e Chimenti para.
La palla mi viene quasi incontro e io, da due metri, devo solo appoggiare la palla in rete. È gol!
È successo davvero. Lele Adani ha segnato il gol che vale i tempi supplementari e che riaccende le speranze della sua Inter di giocare la finale di Coppa Italia.
Ma non è questo il pensiero principale di Adani, che quasi non fa in tempo ad insaccare il pallone che già sta sfilandosi la maglia nerazzurra per far arrivare sugli schermi di tutta Italia il suo messaggio: FRANCESCO TORNA…
Sempre Adani ha proseguito il suo racconto, trovando una spiegazione quasi ultraterrena a tutta la vicenda:
Quel goal fa parte del destino di una persona.
Probabilmente la purezza di un concetto di vita, di un modo di interpretare le cose, a un certo punto nella vita terrena si ferma, non può andare oltre perché nella vita terrena ci sono cose più grandi di noi. E questo ne è un caso lampante
Il lieto fine: Francesco è tornato a casa!
Quella sera c’erano milioni di telespettatoriinteressati alle sorti della semifinale di ritorno di Coppa Italia.
Tra questi, ovviamente, c’era anche Francesco, che dal bancone di un bar di Genova stava esultando per il gol della sua Inter.
Un modo come un altro per sfogare le tensioni di un momento difficile e godersi una delle poche gioie che gli sembrano rimaste della sua vita.
Solo che, mentre l’adrenalina sale a mille, Francesco nota subito la maglietta che Lele Adani aveva preparato per lui. Un’epifania.
Dall’eccitazione alla presa di coscienza in una frazione di secondo. “Cosa ci faccio qui? Devo subito tornare a casa!” .
Un pensiero repentino, un bagliore accecante. Come un fulmine che squarcia in due le tenebre, quelle che ognuno di noi nasconde dentro di sé.
Francesco ha capito che un gol, un semplice gol, a volte ti cambia la vita. Perché, in fondo, se la vita è un po’ come una partita di calcio, per ogni sconfitta ci sarà sempre la possibilità di una rivincita.
Anche, o forse soprattutto, quando ribaltare il risultato sembra impossibile. Fu una specie di miracolo, fu il più bel gol di Adani, quello che non dimenticherà mai!
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