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No di Udine per la cittadinanza a Maignan
Il sindaco De Toni rammaricato per l’opposizione in Consiglio ad onorare il portiere del Milan…
Published
10 mesi agoon
“Prendo atto con dispiacere che il centrodestra non è stato al nostro fianco in questo delicato momento. Si è persa l’occasione per dimostrare che la nostra città è unita e che si distanzia nettamente da ciò che è accaduto, che, per quanto frequente in diversi stadi e messo in atto da pochi singoli, non rappresenta minimamente la città. Né tanto meno i nostri tifosi”.
E’ stato questo il commento a caldo del sindaco De Toni, in merito alla vicenda Maignan e la cittadinanza onoraria da consegnargli: “Il nostro intento era duplice: una forte presa di posizione, altamente simbolica, contro ogni tipo di discriminazione. E la difesa della nostra città e dei nostri tifosi da accuse ingiuste”, ha proseguito il sindaco.
De Toni ha fatto notare che molti ministri – Piantedosi, Abodi, Salvini – dello stesso colore dei consiglieri che oggi hanno votato contro “hanno tenuto una linea durissima contro gli insulti razzisti avvenuti allo stadio Friuli.
Siamo una terra di gente accogliente, una terra di confine, da sempre abituata alla multiculturalità, una terra di associazionismo e volontariato sociale, una terra rappresentata nel mondo del calcio da una squadra multietnica, vero esempio di integrazione.
Ecco perché conferire la cittadinanza onoraria a Mike Maignan, come simbolo della lotta al razzismo, dimostrava la sensibilità della nostra città”, scrive ancora il primo cittadino.
“Con la sua scelta coraggiosa dopo le offese razziste ha reso manifesti quelli che sono i capisaldi dello statuto del Comune di Udine, medaglia d’oro al valor militare per la lotta al nazifascismo, ma anche della Costituzione italiana:
l’uguaglianza, la pari dignità degli individui, la convivenza civile e la non discriminazione. Temi che uniscono tutti e che vanno oltre i colori societari.
La lotta alle discriminazioni infatti è più importante del colore politico, delle bandiere dei partiti e di ogni dialettica politica o amministrativa.
La lotta alle discriminazioni deve unirci tutti, emarginando quei pochi che ancora agiscono nell’ignoranza e nel pregiudizio. La lotta alle discriminazioni parte anche dai simboli, come quello che oggi proponevamo di conferire.
I diritti universali di libertà e uguaglianza, i diritti sociali e i diritti civili ci uniscono e sono le basi comuni della nostra società democratica. Senza le basi scordiamoci le altezze.
Voglio ripetere ancora una volta: Udine non è razzista, è una città libera, solidale, moderna ed europea e oggi – tutti insieme – avremmo potuto dimostrarlo.
Evidentemente non c’è stata la stessa visione. Noi comunque cercheremo di difendere la nostra città, i nostri valori e la nostra dignità”.
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