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Segnavano sempre, ma solo in B

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Segnavano sempre, ma solo in B… Sfondare nel grande calcio è il sogno di ogni ragazzino, eppure non tutti gli interpreti del pallone riescono a dare il meglio di sé in serie A o nelle competizioni europee.

Ci sono alcuni talenti che hanno trovato in cadetteria il proprio habitat naturale, figurando solo come delle comparse nella massima categoria. Scopriamo insieme chi sono…

Matteo Ardemagni 

Talento scuola Milan classe 1987, ha conosciuto la serie A solo di sfuggita (2 presenze, con il Chievo, nel 2013) ma ha segnato caterve di reti in serie B (108), dove tutt’ora milita con la maglia del Frosinone.

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Nella sua stagione migliore, a Modena nel 2012/13, è arrivato a segnare 23 reti in 39 gare che gli varranno proprio la chiamata dei clivensi in massima serie. Ma le cose non andarono secondo copione, e Ardemagni è tornato così nel suo regno, la serie B. 

Cosimo Francioso 

Con 103 reti all’attivo, anche Francioso rientra a pieno titolo tra i signori della serie B. Tra le tante maglie vestite dal centravanti brindisino, quella che gli ha dato più lustro è senz’altro quella del Genoa: in rossoblù Francioso si laureò capocannoniere della serie cadetta nel 2000, con 24 reti. 

Denis Godeas 

Bandiera della Triestina (memorabili le sue stagioni in coppia con Moscardelli sotto la guida di Attilio Tesser), Godeas in oltre 20 di professionismo conta appena una manciata di presenze in massima serie. Perché è in serie B che ha sempre fatto la differenza, e non solo nella sua Trieste: fu infatti a Mantova, sempre sotto la guida del mentore Tesser, che nel 2007/08 vinse il titolo di capocannoniere con 28 reti. 

Stefan Schwoch 

Come non ricordarsi di lui nelle figurine Panini, con quella chioma fluente e l’inconfondibile pizzetto? Il bolzanino però, la sua figurina, l’ha (quasi) sempre dovuta ‘condividere’ con i compagni di reparto: due sole le sue reti in serie A (col Venezia), a fronte di 135 in B, miglior marcatore di tutti i tempi. In serie cadetta ha guidato l’attacco di Torino, Napoli e soprattutto Vicenza, club al quale è rimasto particolarmente legato fino al suo addio al calcio, avvenuto nel 2008 a quasi 40 anni. 

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Daniele Cacia 

Ma il re dei bomber di categoria degli ultimi anni risponde senz’altro al nome di Daniele Cacia che, come in un incubo, dopo essersi conquistato la promozione sul campo (e a suon di gol) per una ragione o per l’altra tornava sempre al punto di partenza. Una fatica di Sisifo che lo ha visto gioire in serie A solo due volte (a Lecce) a fronte di 134 realizzazioni in serie cadetta.

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