Cose mai viste
Rapper firma per una squadra
Dal palco dell’Ariston al campo di calcio il passo è stato breve per Junior Cally, che ritorna alle proprie origini pallonare…
Published
9 mesi agoon
Rapper firma per una squadra
Dal palco dell’Ariston al campo di calcio il passo è stato breve per Junior Cally, che ritorna alle proprie origini pallonare e firma con il Fiumicino, squadra militante nel campionato di Promozione…
Una notizia che ha colto di sorpresa i fan del rapper romano, che adesso potranno ammirare il loro beniamino anche sul rettangolo di gioco!
Maledette visite!
Reduce dalla sua prima partecipazione al Festival di Sanremo, Junior Cally racconta il suo passato da calciatore ai microfoni di Calciomercato.com:
”La mia è la classica storia di un bambino che fin da piccolo ha iniziato a tirare calci al pallone.
Quando avevo 13 anni ero visionato da Parma e Perugia, col quale non ho superato le visite mediche”.
Diagnosi errata
Il rapper romano, al secolo Antonio Signore, si era visto diagnosticare una presunta leucemia, che in seguito fortunatamente è stata scongiurata da esami più approfonditi:
”A causa di una piastrinopenia, carenza di piastrine. All’inizio addirittura si era parlato di una presunta leucemia, ma per fortuna dopo quattro anni di controlli abbiamo capito che non avevo nulla di grave.
Da quando ho smesso di giocare non ho neanche più seguito il calcio. Chissà cosa sarebbe successo se fossi diventato un calciatore, quello per me rimane il più grande rimpianto. Un sogno non vissuto”.
Bomber di razza
Sul rettangolo di gioco, Junior Cally era uno di quelli che la buttavano sempre dentro, un bomber di razza da 40 gol a stagione:
”Ero un attaccante, un bomber. Arrivavo a segnare anche più di quaranta gol all’anno. Mio padre mi dava 20 euro ogni volta che segnavo, ma dopo un po’ ha dovuto abbassare il premio altrimenti sarebbe rimasto senza una lira.
Lui diceva sempre che ero scarso, mi criticava per spronarmi a fare ancora meglio. E questo insegnamento di vita per lo porto dentro ancora oggi quando vedo le visualizzazioni dei miei video. Non mi sento mai appagato, voglio sempre fare di più”.