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Comandini, da eroe del derby a…

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La sua carriera non può dirsi certo memorabile, ma tutti ricordano Gianni Comandini per la doppietta nel derby di Milano del maggio 2001, quello del 6-0 rossonero: che fine ha fatto l’eroe di quella stracittadina?

Dal calcio al surf

Dopo il ritiro dal calcio, l’ex attaccante di Milan e Atalanta ha gestito diversi locali a Cesena, ma oggi cerca nuovi stimoli e sembra averli trovati nel surf:

In questo momento sono in una fase di transizione. Dopo il calcio ho preso in gestione diversi locali insieme ad altri ragazzi di Cesena: lo scorso inverno si è chiusa questa esperienza. Oggi sto cercando di capire che cosa voglio fare da grande. Ho iniziato un nuovo progetto insieme ad un amico di Cesena, un surfista che lavora anche nel campo del sup: la sua azienda si chiama Safe. È quello sport che si fa in piedi sulla tavola da surf col remo tra le mani: si può usare anche al posto della canoa. Stiamo progettando la prima scuola di surf e di sup a Cesenatico. A questo sport sono legate molte attività come lo yoga e il fitness. Questo sport sta prendendo piede perché a tante persone piace stare in mezzo al mare su una tavola. Sto cercando di capire che cosa fare davvero, difficilmente sarò un istruttore di surf per tutta la mia vita, anche se è l’altra mia grande passione.

Scelta di vita 

A soli 28 anni, Comandini ha deciso di appendere gli scarpini al chiodo, una scelta coraggiosa della quale non si è mai pentito:

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Ho letto un’intervista di Michael Phelps: lui si è ritirato la prima volta a 27 anni poi è ritornato dopo un po’ di anni. Gli hanno chiesto che cosa lo avesse spinto a mollare all’apice della carriera: lui ha risposto dicendo che per 20 anni non aveva fatto altro che guardare la riga gialla che c’è in fondo alla piscina. Quando ho smesso tutti mi dicevano che ero troppo giovane per farlo, io rispondevo che ero troppo giovane anche per fare altro però capisco chi ha un pensiero diverso dal mio. Io non parlo male del calcio e non mi sono ribellato a niente. Comprendo chi sceglie di giocare fino a quarant’anni e per certi versi lo apprezzo perché è difficile essere professionisti per vent’anni. Per tanti versi è più facile fare quello che ho fatto: essere calciatore per 10 anni poi ringraziare tutti e cambiare vita. Sono stato dipinto come uno che parlava male del calcio: considero il sistema sbagliato per tanti motivi, ci sono troppi interessi attorno ad un calciatore, ma questo succede in qualsiasi ambiente in cui girano molti soldi. Per me il calcio è stata un’esperienza stupenda.

Ieri e oggi

Comandini non ha più seguito il calcio da quando ha smesso, ma oggi è tutto profondamente diverso dagli anni in cui scendeva in campo:

Dopo aver smesso non ho seguito il calcio per niente: ho avuto un rigetto, adesso però sono passati tanti anni da quando ho smesso.

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