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Fino alla fine

Era vietato pareggiare

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Paolo Laganà

L’ennesima versione della Juve scende al Marassi per affrontare un Genoa in difficoltà nell’organico e deluso dopo il derby in coppa italia.
I bianconeri prendono subito il controllo degli spazi, ma sembra nuovamente un possesso sterile senza visione e audacia nella profondità. Tutti troppo lenti e senza fantasia, una scolaresca in gita senza strappi ed estro adolescenziale.
A parte un Rouhi spesso in difficoltà, il resto della squadra è in gestione, come fosse 3-0 al 90^.
Si va all’intervallo con le mani tra i capelli, pensando a come digerire un altro 0-0. E invece Motta fa la mossa, semplice in realtà, ma essenziale. Sposta Koopmeiners al fianco di vlahovic e avanza di qualche metro tutto il baricentro. La musica cambia subito, Dusan realizza un rigore netto con una rincorsa ansiogena, ma alla fine efficace.
Passano pochi minuti e sigla una doppietta che sa tanto di rivalsa. Basterebbe così poco a questa squadra per fare il salto di qualità. Se il centro del progetto è davvero il 9 allora bisogna giocare per il 9, bisogna sbatterci la testa fino a che dimostra di essere tornato il trascinatore che era a Firenze.
Il Genoa si abbatte, ma sul finale ha qualche sussulto d’orgoglio che impensierisce un po’ la difesa e Perin.
Alla juve basta però una sola ripartenza, e col suo grillo portoghese mette la parola fine all’incontro.
Motta risponde alle milanesi e si siede in cima alla vetta, in attesa di Toro e Napoli. Ora occhi puntati alla champions per un’altra notte da incorniciare.

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