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Stefano Tacconi: “Il calcio moderno è di una noia mortale”

Stefano Tacconi, dopo il lungo periodo trascorso in ospedale, torna a parlare affermando di non amare il calcio dei nostri giorni.

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Davide Giordana

Stefano Tacconi: “Il calcio moderno è di una noia mortale”

Stefano Tacconi, dopo il lungo periodo trascorso in ospedale, torna a parlare affermando di non amare il calcio dei nostri giorni.

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L’ex portiere della Juventus, dopo l’aneurisma cerebrale dell’aprile 2022, è tornato per la prima vola allo stadio il 21 settembre per assistere al match dell’Allianz Stadium tra Juventus e Napoli.

In un’intervista rilasciata a ‘La Repubblica’, Stefano Tacconi affronta parecchi temi: dalla rivalità con Zenga durante la sua carriera tra i pali, al pensiero su alcuni calciatori attuali e del recente passato.

Di seguito, le parole dell’ex numero uno bianconero.

Un calcio noioso

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Juventus e Napoli non ha affatto entusiasmato l’ex portiere bianconero:

“Sono tornato allo stadio per Juventus-Napoli: una palla. Il calcio di oggi è di una noia mortale. Noi portieri eravamo dei pazzi, adesso sono tutti a modo e giocano con i piedi: io appena avevo la palla la tiravo più lontano possibile”.

Su Balotelli e Cassano

Tacconi si scaglia, usando parole forti, contro Cassano e Mario Balotelli (in procinto di tornare in Serie A, al Genoa):

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“Se avessi allenato Balotelli e Cassano, li avrei presi a calci in culo non so fino a dove. Da dirigente, a quelli come Tacconi avrei detto di fumare e bere meno. Prima delle partite prendevo otto caffè, fumavo un pacchetto di sigarette e bevevo un amaro”.

La rivalità con Zenga

Tacconi parla, anche, della rivalità con Walter Zenga:

“Quando giocavo se in centomila mi urlavano ‘cabron’, come accaduto al Santiago Bernabeu, non me ne fregava niente. Zenga invece pativa tutto ciò. Ci davano per rivali, invece ci mettevamo d’accordo per decidere con quale polemica stuzzicarci. Walter è un amico”.

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Niente TV

Sempre nel corso dell’intervista al quotidiano ‘La Repubblica’, Tacconi esclude categoricamente la possibilità di avere un ruolo da opinionista televisivo:

“A parlare di calcio in tv sarei troppo scomodo. Tutti fanno filosofia, ma il calcio è arte, anche se c’è ben poco di artistico da commentare”.

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