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Un giorno all'improvviso

Conte: “A Napoli mi riconoscono sotto occhiali e cappello. Mi chiedono di vincere lo Scudetto”.

Il Napoli vuole ricominciare da dove aveva terminato prima della sosta per le nazionali: la squadra partenopea è prima in classifica con due punti di vantaggio sull’Inter.

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Davide Giordana

Conte: “A Napoli mi riconoscono sotto occhiali e cappello. Mi chiedono di vincere lo Scudetto”.

Il Napoli vuole ricominciare da dove aveva terminato prima della sosta per le nazionali: la squadra partenopea è prima in classifica con due punti di vantaggio sull’Inter.

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Domenica gli azzurri faranno visita all’Empoli, reduce dalla sconfitta contro la Lazio. Al ‘Carlo Castellani’ si sfidano due grandi amici: Roberto D’Aversa e Antonio Conte.

E proprio l’’ex allenatore di Juventus ed Inter ha presentato il match in conferenza stampa.

Di seguito, le parole del tecnico salentino.

Esaltazione partenopea

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“Abbiamo il cartello ‘lavori in corso’ e non potrebbe essere altrimenti dopo tre mesi. Però c’è soddisfazione, stiamo lavorando bene con un gruppo di ragazzi che ha voglia di lavorare. Ma quando le cose vanno bene è facile, è nelle difficoltà che bisogna essere forti.

Per fortuna torniamo a giocare, ho percepito un’esaltazione esagerata in questi 15 giorni, anche se sono passate 7 giornate. Ci fa piacere essere primi, ma la classifica è corta, con tante squadre in 4 punti”.

La richiesta del tricolore

“Facciamo attenzione all’Empoli, che sta mettendo in difficoltà tutti. Dobbiamo fare grande attenzione. Chi guarda dall’esterno è più superficiale, dicono che le prossime due partite saranno alla portata, ma ogni gara va giocata. Non si vince sulla carta e pensare a lungo termine sarebbe sciocco. Alla prossima sosta tireremo le somme, ma soltanto quando arriverà.

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A me piace vivere la città, ma poi quando mi scoprono sotto cappello e occhiali mi dicono: “Mister, lo Scudetto”. E io rispondo: “Pazienza”. Le vittorie non si costruiscono dall’oggi al domani, non si inventano. Io voglio garantire fondamenta solide che possano durare nel tempo. Ci vuole pazienza, poi l’obiettivo è rendere orgoglioso il popolo napoletano affinché si riconosca nella squadra”.

Il vestito sporco

“Le squadre che vincono sanno essere belle e sporcarsi il vestito. Sono camaleontiche, capiscono la giornata. Io ho fatto il calciatore, una giornata no può capitare, ma anche lì si devono gestire le cose. Bisogna essere ancora più bravi quando le partite sono in salita. Chi non è abituato a soffrire non può essere un vincente, la sofferenza fa parte della vittoria”.

La formazione

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“Lobotka è un giocatore particolare, unico. Siamo stati bravi a prendere Gilmour, è stata una scelta ponderata, e soprattutto è stato lui a voler venire qui. Come organizzazione di gioco non cambierà niente.

Olivera è rientrato un po’ affaticato, ogni volta deve prendere tre aerei, si sa quando parte ma non quando torna… Ha fatto un viaggio lungo, domani valuteremo, ma abbiamo delle alternative valide.

Neres? Oggi è un altro giocatore rispetto a quando è arrivato. Non nego che mi mette in difficoltà. Ma c’è bisogno di sana competizione, di sapere che appena uno ha un mal di pancia un altro è pronto a prendere il suo posto.

Meret? Sta per rientrare, ma per Empoli non c’era motivo di rischiare. Non affrettiamo il rientro, Caprile sta facendo bene. Alex sarà pronto per la prossima”.

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