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Pallonate

5 pippe della storia del Real

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La camiseta blanca non è roba per tutti: giocare nel Real Madrid è un privilegio per pochi eletti nella storia del calcio, anche se non tutti quelli che lo hanno fatto si sono poi rivelati all’altezza della situazione. E allora il quotidiano spagnolo As ha stilato un elenco dei peggiori flop della storia madrilena: ecco chi sono…

5 acquisti flop del Real Madrid 

  • Jonathan Woodgate
    Arrivato dal Newcastle nel 2004 come soluzione a tutti i problemi della difesa dei Galacticos, Woodgate giocherà soltanto nove partite nei suoi due anni a Madrid, a causa di parecchi infortuni e un feeling mai sbocciato con la squadra e con l’allenatore. Un flop in piena regola…
  • Fábio Coentrão
    Di lui ci si ricorda più per le meches bionde che per le giocate sulla fascia sinistra: quella che avrebbe dovuto arare visti i 30 milioni versati nelle casse del Benfica per accaparrarsi uno dei migliori terzini d’Europa. O almeno come tale veniva spacciato: oggi, a 32 anni, Fábio Coentrão fa la riserva nel Rio Ave, in Portogallo…
  • Royston Drenthe
    Altro terzino arrivato con la benedizione di zio Edgar Davdis nel 2007 e poi spedito in giro per l’Europa in prestito. Le sue notti brave nei locali della capitale spagnola, del resto, sono diventati leggenda: oggi Drenthe gioca nel Racing Murcia, Tercera División del campionato spagnolo. 
  • Thomas Gravesen
    Doveva essere l’equilibratore del centrocampo del Real, quello che portava acqua (e tanta corsa) in mediana per sopperire alla pigrizia delle stelle d’attacco: la verità è che il danese si rivelò un fabbro niente male, passato alla storia per la sua finta in scivolata che in Spagna ribattezzarono subito Gravesinha. Solo che, dopo l’arrivo di Fabio Capello sulla panchina dei Blancos nel 2006 (e dopo aver scatenato diverse risse in allenamento a causa dei suoi interventi al limite del penale), il danese fu spedito al Celtic per pochi milioni di euro…
  • Antonio Cassano
    E qui ci sarebbe da scrivere un libro, a partire dall’imbarazzante pellicciotto con cui si presentò in aeroporto il giorno del suo arrivo e finendo con l’imitazione di Capello davanti ai compagni che gli costò il posto in squadra. Ma Antonio Cassano è questo: classe infinita col pallone tra i piedi e un campionario di cassinate fuori dal rettangolo verde. Il suo anno e mezzo a Madrid si è concluso con soli 29 presenze e quattro gol: un vero peccato!

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