Amarcord
Il gol scudetto di Maurizio Ganz
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3 settimane agoon
Se si dovesse descrivere lo Scudetto del Milan di Zaccheroni con una sola immagine, questa sarebbe probabilmente la semirovesciata con cui Maurizio Ganz piegò la resistenza della Sampdoria al minuto 95′ di un caldo pomeriggio di inizio maggio. Nel gol (e nell’esultanza) del numero 11 rossonero, sono infatti racchiuse tutta la grinta, la voglia di superare ogni ostacolo e -perchè no- anche quel pizzico di fortuna che però aiuta solo gli audaci…
Una rimonta clamorosa
La grande rimonta del Milan sulla Lazio comincia in una data ben precisa: il 3 aprile 1999, quando i rossoneri si presentano all’Olimpico da secondi in classifica e hanno di fronte a sé l’ultima spiaggia per provare a ricucire i 7 punti di svantaggio che li separano dalla vetta. La vittoria però non arriva e, con lo 0-0, la Lazio sente di essersi messa in tasca una buona fetta di Scudetto a sette giornate dalla fine del campionato. E’ invece soltanto l’inizio di una rimonta clamorosa, che tra la 28^ e la 34^ giornata avrebbe consentito ai rossoneri di rimontare lo svantaggio sui biancocelesti e festeggiare il sedicesimo Scudetto sul campo del Perugia.
Il trequartista, la mossa giusta
Per farlo, Zaccheroni ha dovuto tradire il suo dogma calcistico e prestare orecchio ai consigli di un Presidente appassionato come Silvio Berlusconi, facendo spazio al trequartista nel suo inflessibile 3-4-3. Che così, nella fase cruciale del campionato, si è tramutato in un più imprevedibile 3-4-1-2. E sarà proprio Zvone Boban, il 10 chiesto a gran voce dalla Presidenza, l’arma in più del finale di stagione.
Un tris di vittorie per la rimonta
Dopo la partita contro la Lazio, il Milan comincia a macinare vittorie su vittorie: Parma (2-1), Udinese (5-1 al Friuli) e Vicenza (2-0 al Menti) cadono sotto i colpi di una squadra, quella rossonera, mentalmente rigenerata e ora decisa più che mai a tentare l’impresa: il calendario prevede, oltre alla partita contro la Samp, la trasferta di Torino contro la Juve, l’impegno casalingo contro l’Empoli e, infine, la gara contro un Perugia alla disperata caccia di punti salvezza.
Sotto con la Samp
Il 2 maggio 1999 a San Siro arriva la Sampdoria, per la più classica delle prove di maturità per una squadra, quella di Zaccheroni, che in molti tra tifosi e addetti ai lavori non reputano all’altezza del titolo di campione d’Italia. E la gara contro i blucerchiati sembra, almeno fino al minuto 95, dare ragione ai più scettici. I rossoneri, famelici dopo le tre vittorie consecutive, si portano subito in vantaggio grazie a Massimo Ambrosini, che da fuori area pesca il jolly dell’1-0 con un bolide di sinistro. La strada sembra farsi in discesa per i rossoneri, ma all’ora di gioco Montella trova il gol del pareggio con un guizzo di testa su calcio d’angolo. Tutto da rifare, dunque, quando al triplice fischio manca ancora mezz’ora. Per sbrigliare la matassa di una partita complicata ci vuole il colpo di genio di Leonardo che pennella su punizione la parabola che vale il gol del 2-1 a dieci minuti dal termine. Ora sembra fatta davvero ma, al minuto 86, ecco a doccia gelata: il terzino blucerchiato Franceschetti anticipa Bierhoff al limite dell’area e spedisce in rete un cross dalla sinistra. E’ il gol del 2-2, su San Siro -nonostante sia i 2 di maggio- cala il gelo…
Ganz, lo zampino del Diavolo!
Al Milan restano dunque appena 4 minuti per buttarsi nella metacampo avversaria alla caccia di un gol che terrebbe ancora vivo il sogno Scudetto. Preso dalla frenesia, il Diavolo però attacca in maniera disordinata e sbatte più volte contro l’organizzazione tattica degli uomini di Luciano Spalletti: la palla non sembra proprio voler entrare, nonostante i diversi tentativi. Poi, al minuto 95′, il colpo di scena: Ambrosini batte un calcio d’angolo lungo sul secondo palo, Maurizio Ganz vede spiovere un pallone difficile da stoppare e prova il colpo del campione, sforbiciando l’aria con una semi-rovesciata degna delle spiagge di Copacabana. Il portiere Ferron sembra intuire la traiettoria del pallone che, però, colpisce di striscio un difensore doriano e cambia completamente traiettoria, infilandosi lesta e beffarda nella porta blucerchiata. Un po’ come se il Diavolo, quello vero, ci avesse messo lo zampino…
Ri-segna semper lü
Grazie al gol di Ganz i rossoneri si portano, in extremis, a 61 punti in classifica, uno in meno della Lazio capolista a sole tre giornate dal termine del campionato. Un gol scolpito nella memoria di tutti i tifosi rossoneri, che con i loro sospiri e le loro preghiere hanno quasi accompagnato quel pallone oltre la linea di porta, al quinto dei cinque minuti di recupero. Nella gioia, c’è poi una soddisfazione particolare che riguarda l’autore del gol Scudetto: Maurizio Ganz, l’uomo che aveva lasciato l’Inter (dove era un idolo dei tifosi) per riscrivere la storia e alzare trofei con il Milan. Un acquisto che i tifosi festeggiarono subito come il più importante dei gol, sicuri che il destino avrebbe giocato un ruolo chiave nella scelta di Maurizio, ribattezzato subito in dialetto milanese ‘Ri-segna semper lü’ (Segna ancora sempre lui), in sfregio a quel ‘Segna semper lü’a suo tempo dedicatogli dagli interisti.
“Questo Milan come me, non molla mai”
E proprio Ganz ha commentato così quel gol che poi -a conti fatti- sarebbe valso il sedicesimo Scudetto rossonero:
Questo Milan ha un grande carattere: non molliamo mai e lo abbiamo dimostrato anche contro la Samp. E’ vero, abbiamo avuto più fortuna dello scorso anno, ma è anche vero che lo scorso anno non c’erano la decisione, la grinta e la voglia di vincere che vedo ora. Io sono qui per fare la mia parte e il sogno di tutti noi è lo Scudetto
Un sogno che, a Perugia, nel giro di qualche settimana, si sarebbe trasformato in realtà…