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Romania-Kosovo, caos in Nations League: vittoria a tavolino e maxi-multa per i rumeni

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Romania-Kosovo, caos in Nations League: vittoria a tavolino e maxi-multa per i rumeni

Di Lucia Giordano

La penultima giornata di Nations League ha avuto come protagonista la partita tra Romania e Kosovo. I motivi per cui questo match sia stato il protagonista non sono direttamente calcistici.

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La sfida tra Romania e Kosovo, giocata venerdì sera, ha attirato l’attenzione per motivi ben lontani dal calcio giocato. Nel finale di gara, i giocatori del Kosovo hanno abbandonato il campo a causa dei cori e delle bandiere pro-Serbia esposti dai tifosi rumeni. Il comportamento discriminatorio del pubblico ha spinto la UEFA a decretare la vittoria a tavolino per 3-0 in favore del Kosovo, e a infliggere pesanti sanzioni alla Federazione Calcistica Rumena.

LE SANZIONI

La UEFA ha condannato duramente i comportamenti avvenuti durante la partita, emettendo sanzioni per un totale di 128.000 euro alla Federazione rumena, oltre alla decisione di far disputare una partita casalinga a porte chiuse. Le motivazioni includono una lunga lista di violazioni:

• €50.000 per cori razzisti e discriminatori, in particolare contro gli ungheresi, da parte dei tifosi rumeni;

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• €30.000 per messaggi politici provocatori non consoni a un evento sportivo;

• €9.000 per il lancio di oggetti;

• €4.500 per l’accensione di fuochi d’artificio;

• €8.000 per l’utilizzo di puntatori laser;

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• €12.500 per disturbo durante l’esecuzione degli inni nazionali;

• €14.000 per ostruzione dei passaggi pubblici nello stadio;

• Un’ammonizione per la condotta impropria della squadra rumena.

IL CASO

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L’episodio rappresenta un ulteriore capitolo delle tensioni storiche e politiche nella regione balcanica, riflettendosi tristemente nel contesto sportivo. La UEFA, da sempre impegnata nella lotta contro il razzismo e la discriminazione, ha voluto lanciare un messaggio chiaro, punendo con fermezza un evento che avrebbe dovuto essere una celebrazione del calcio e non un palco per messaggi di odio e intolleranza.

La Romania, ora costretta a giocare una gara a porte chiuse, dovrà anche fare i conti con un’immagine internazionale danneggiata, mentre il Kosovo ottiene una vittoria simbolica oltre che sportiva.

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