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Spagna, Rodri: “Morata? Durante l’Europeo avevo capito che qualcosa non andava”

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Rodri Hernández, centrocampista del Manchester City e della nazionale spagnola, è stato ospite del programma El Hormiguero di Pablo Motos, dove ha toccato diversi temi, dal Pallone d’Oro alla salute mentale, fino alla sua esperienza personale con l’infortunio. Tra gli argomenti, ha parlato anche del capitano della Spagna, Álvaro Morata, che ha recentemente raccontato di aver sofferto di depressione: “Durante l’Europeo sapevo già che qualcosa non andava in lui. È un mio amico e avevo capito che c’era un problema”.

La salute mentale e la leadership di Morata
Rodri ha sottolineato quanto sia importante affrontare il tema della salute mentale nel calcio: “Il cervello non fa distinzione tra denaro e fama. Non ci preparano per certe situazioni, come perdere una partita o gestire pressioni enormi. Quando Morata, capitano della nazionale, ha avuto il coraggio di aprirsi, l’ho trovato esemplare”. Ha poi aggiunto che, nonostante le differenze tra i tecnici, sia Luis de la Fuente che Pep Guardiola influenzano i giocatori: “De la Fuente parla meno di Guardiola, ma sa quando farsi sentire. Pep, invece, è molto più intenso”.

Pallone d’Oro, Vinícius e l’eredità di Messi e Cristiano Ronaldo
Rodri ha dedicato il Pallone d’Oro a un’intera generazione di calciatori spagnoli: “Abbiamo vissuto uno dei migliori periodi del nostro calcio, ma con un solo Pallone d’Oro vinto. Ho voluto rendere omaggio a quella generazione incredibile che non ha ricevuto il riconoscimento che meritava”. Parlando della controversia su Vinícius, ha rivelato di essere rimasto sorpreso dalle voci insistenti sulla sua vittoria: “Non ero ottimista. Durante la giornata della cerimonia, però, ho iniziato a ricevere messaggi e vedere reazioni a Parigi. È stata una sorpresa”.

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Infine, su Messi e Cristiano Ronaldo, Rodri è chiaro: “Messi è il migliore della storia, senza dubbio. Cristiano ha raggiunto livelli straordinari, ma senza quel talento innato di Leo. Quando giochi contro di loro, ti rendi conto della differenza: Messi era letale ovunque ricevesse il pallone”.