Diavolo in me
LIVE – Milan, ecco Giampaolo: “Cinque anni fa ero in C, oggi al MIlan. Slogan? Testa alta e giochiamo a calcio!”
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5 anni agoon
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RedazionePuntualissimo, alle h 17 in punto Marco Giampaolo si palesa come un’ombra dalla porta a vetri della sala stampa di Casa MIlan. Di fianco a lui i suoi la nuova dirigenza rossonera al completo, con Frederic Massara, Paolo Maldini e Zvone Boban.
A rompere il ghiaccio, con una battuta delle sue, proprio il croato: “Che atmosfera triste, in Italia si ride sempre: perchè non ride nessuno?
Scelta facile, rapida e logica: da anni Marco offre un concetto di bel gioco diverso, che ruspecchia la storia del Milan e che San Siro vuole. Ovvio che bisognerà fare i risultati, ma siamo convinti che con lui si potrà tornare lì dove il Milan deve stare. Per quanto riguarda me, sono felicissimo di essere tornato a vestire i miei colori: con Maldini abbiamo subito trovato l’intesa sul nome di Giampaolo come allenatore. Ha carattere schivo, ma grande sapere calcistico. Non ha la cravatta oggi per essere diverso da noi (ride, ndr)”.
Poi è la volta di Maldini: “Vogliamo tornare competitivi nel più breve tempo possibile, per questo abbiamo scelto Giampaolo”.
Il tecnico quindi si presenta: “Sono felicissimo e motivatissimo di essere l’allenatore di una società così gloriosa. E’ una grande opportunità per me arrivata dopo anni di lavoro duro e sacrificio: devo però guadagnarmi sul campo questa chance, perchè alla fine non si finisce mai di imparare. Il club mi ha detto ‘diffidiamo da chi non ha mai sbagliato’ e io la penso così: non si finisce mai di sbagliare ed imparare”.
Sull’arrivo al Milan: “La telefonata di Paolo mi è arrivata sul molo: stavo salpando per la Croazia con gli amici, non sono partito e sono venuto a Milano col primo aereo. Mi sembra un sogno: cinque anni fa ripartivo dalla serie C perchè deluso e arrabbiato, oggi però sono qui, raccolgo questa sfida di grande privilegio”.
Sul progetto Milan: “Il Milan per me rappresenta senso di appartenenza, modello di gioco e riconoscibilità calcistica. Risultati raggiunti sempre attraverso identità e modo di gioco. Le grandi squadre devono avere identità: ho tanto lavoro in testa, vogliamo essere riconoscibili”.
Sulla filosofia: “Il mio slogan è testa alta e giocare a calcio. Mi piaciono giocatori affidabili, di ambizione e che vogliano essere ricordati. Il progetto è di offrire calcio e uno spettacolo apprezzabile. Non parto dall’obiettivo finale, perchè il Milan deve sempre partire dall’obiettivo più alto. Il mio primo pensiero è già domani, parlare con i calciatori e capire cosa pensano, quali sono le loro ambizioni, quindi capire quali sono le loro ambizioni”.
Sul MIlan: “L’anno scorso pensavo potesse essere la sorpresa del campionato: ricordo la partita di Napoli che è stata quasi perfetta, se non per il risultato finale. Sceglieremo calciatori in grado di portare avanti un’idea e un progetto”.
Sui giocatori di qualità: “Voglio conoscere bene, fino in fondo i calciatori della rosa. Mi dispiace che Kessie, Paquetà, Laxalt, Cutrone, Caldara e Bonaventura non saranno a disposizione, perchè prima di muoverci sul mercato voglio essere sicuro chi sarà parte del progetto oppure no. Qualche tempo di riflessione vorrei prendermelo: ora avremo un numero di calciatori abbastanza ridotto, ma sarà utile per capire bene i meccanismi di squadra”.
Sul modulo: “Domani sarà il primo giorno, dovrò capire dove sono e con chi avrò a che fare per capire come agire. Sicuramente giocheremo a quattro dietro, ma davanti devo capire come operare in base alle caratteristiche dei calciatori”.
Sull’obiettivo finale: “Va costruito lungo il percorso, vanno costruiti degli step per capire il reale valore della squadra. Poi è chiaro che si guarda l’Europa, ma sarà consequenziale al lavoro. Ossatura del nuovo Milan? Saranno 23/24 giocatori, prima c’è il Milan, poi i calciatori. Non ci sono né primedonne, né privilegiate”.
Sul passato vicino alla Juve: “Sì, per una notte sono stato vicino, ma qui non è una rivincita personale, è stato un percorso di studio, lavoro e aggiornamento che mi ha portato qui oggi. Non è rivincita, ma solo passione per il mio lavoro”.
Su Suso: “E’ un calciatore di qualità, ha uno contro uno, dribbling e soluzioni offensivi. E’ un giocatore giusto per vincere le partite, e a me quelli come lui piacciono. Lui sarà valutato come gli altri nello studio del modulo”.
Sul rapporto con Sarri: “Siamo amici da tanto, ci sentiamo spesso perchè abbiamo frequentato lo stesso corso a Coverciano. Maurizio è l’esempio di un allenatore che ha sofferto, ha studiato, ha vinto grazie alla passione e al sacrificio. Fu lui a suggerirmi ad Empoli quando andò al Napoli e fu lì che la mia carriera è tornata al top. Negli anni, grazie alla stima reciproca, abbiamo sempre rubato ognuno qualcosa all’altro”.
Sui complimenti da parte di Sacchi: “(Si fa il segno della croce e ride, ndr). Mi fa immensamente piacere quello che ha detto Sacchi su di me. Paura? No, non ne ho, se no quella di arrivare in ritardo domani”.
Su Theo Hernandez: “E’ un calciatore su cui il club ha fatto una ricerca importante, ha potenziale e grande qualità. Mi hanno chiamato apposta per far crescere i giovani e sono curioso anche io di capire che tipo di giocatore sia perchè si porta dietro l’ambizione di poter diventare uno dei migliori al mondo nel suo ruolo”.
Su Ferrero: “Approfitto per ringraziarlo per i tre anni di calcio appassionato e poi mi ha liberato del contratto dandomi la possibilità di venire al Milan. Praet? L’ho allenato e lo stimo, ma in quel ruolo al momento siamo coperti, al momento non è un giocatore del Milan. Veretout? No comment”.
Su André Silva e Cutrone: “A pelle sono sensazioni diverse per caratteristiche e devo valutarli per le caratteristiche. Devo capire come metterli insieme e come poterli adattare al sistema. Sono comunque forti entrambi, è bello poter scegliere tra giocatori di qualità”.
Sul prototipo di calciatore ideale: “E’ un misto tra Maldini e Boban (ride, ndr)”.
Sull’Europa: “Ci dispiace non poter disputare le competizioni europee, d’altro canto potremo lavorare sette giorni e costruire cicli settimanali per poter prepararci al meglio”.
Sul sentirsi Maestro: “Sorvolo, sono solo un allenatore che vive il suo mestiere con tanta passione, ho tanto difetti…”
Su Donnarumma: “Ho chiesto pochissime maglie ai calciatori avversari nella mia carriera, una di queste proprio a Donnarumma, pensate un po’…”
Sulla cena con Galeone e Allegri: “E’ un appuntamento ricorrente, Max era nostro calciatore quando ero collaboratore di Galeone. Ci siamo sentiti poche ore fa con Allegri, anche qui il confronto è un qualcosa che ci arricchisce, poi gli chiederò consigli perchè per me è importante capire bene dove sono”.
Sul mercato: “Cerchiamo solo top player (ride, ndr, e cita ancora Veretout)”.
Dopo un’ora esatta termina la prima conferenza stampa da allenatore del Milan di Marco Giampaolo.