Luci e Ombre
L’Allenatore nel Pallone: il film cult che racconta la Serie A
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13 ore agoon
L’Allenatore nel Pallone è uno di quei film che, a distanza di quasi quarant’anni, continua a essere un punto di riferimento per gli amanti del calcio e della commedia italiana. Uscito nel 1984 e diretto da Sergio Martino, la pellicola racconta le disavventure di Oronzo Canà, un improbabile allenatore incaricato di salvare dalla retrocessione la Longobarda, una squadra immaginaria ma incredibilmente somigliante a molte realtà della Serie A di ieri e di oggi. Tra gag esilaranti e parodie del mondo calcistico, il film nasconde alcune riflessioni ancora attuali sul campionato italiano.
Il mercato “esotico”: ieri come oggi
Una delle scene più iconiche del film è il mercato della Longobarda, in cui Canà si ritrova a ingaggiare giocatori dai nomi improbabili, come Aristoteles, il brasiliano tanto osannato quanto sconosciuto. All’epoca, era una chiara satira dell’ossessione delle squadre italiane per gli acquisti esotici, spesso basati su pochi video o raccomandazioni discutibili.
Se negli anni ’80 il fenomeno riguardava principalmente sudamericani come Dirceu o Passarella, oggi lo scenario è simile, con società che puntano su giovani promesse asiatiche, africane o sudamericane, talvolta più per motivi di marketing che per reale valore tecnico. Anche oggi i “misteriosi Aristoteles” non mancano, e la Serie A continua a essere teatro di scommesse più o meno riuscite.
La pressione della salvezza: una costante
La Longobarda lotta disperatamente per mantenere la categoria, tra scontri diretti e partite da vincere a tutti i costi. Questa dinamica non è cambiata: squadre come Empoli, Verona o Lecce, ogni stagione, devono fare i conti con il peso della permanenza in Serie A.
La figura di Canà, personaggio ispirato al pittoresco Oronzo Pugliese, noto per portare con se in panchina una gallina, con il suo mix di ingenuità e trovate geniali (come la mitica “bizona”), rappresenta tanti allenatori chiamati a salvare il salvabile, spesso con rose limitate e strategie che oscillano tra il genio e l’improvvisazione.
Un altro momento esilarante del film riguarda il presidente della Longobarda, Borlotti, che cerca di spiegare come abbia ottenuto alcuni giocatori per la sua squadra: “Sono riuscito ad avere tre quarti di Gentile e i sette ottavi di Collovati, più la metà di Mike Bongiorno. In conclusione, noi abbiamo ottenuto la comproprietà di Maradona in cambio di Falchetti e Mengoni.”
Una frase che, pur nella sua assurdità, cattura perfettamente l’idea di un calcio dove gli affari, le trattative e gli scambi a volte sono lontani dalla realtà, ma sempre fonte di risate. Oggi le operazioni di mercato sono decisamente più complicate e sofisticate, ma la politica dei “colpi di mercato” non è mai cambiata, con i club alla continua ricerca di affari che sembrano troppo belli per essere veri.
La spettacolarizzazione del calcio
L’Allenatore nel Pallone anticipava anche il fenomeno della spettacolarizzazione del calcio. Tra presidenti ambiziosi, giornalisti invadenti e tifosi esasperati, il film ridicolizzava un sistema già allora in piena evoluzione. Oggi, con l’avvento dei social media e delle trasmissioni 24/7, questa spettacolarizzazione è cresciuta esponenzialmente, rendendo il calcio uno show globale, dove ogni episodio diventa virale.
Le analogie con la Serie A di oggi
I “colpi di genio” tattici: se Canà inventò la bizona, oggi si parla di moduli fluidi, posizioni ibride e pressing alto. Ma la sostanza è sempre la stessa: trovare soluzioni innovative per vincere con i mezzi a disposizione.
La figura del presidente-padrone: Borlotti, il presidente della Longobarda, ricorda presidenti del passato come Anconetani (Pisa) o Rozzi (Ascoli), e oggi somiglia a personaggi come Lotito o De Laurentiis, sempre al centro delle decisioni societarie.
Le pressioni mediatiche: Se nel film c’era il cronista invasivo che cercava scoop a ogni partita, oggi i mister devono affrontare interviste, conferenze stampa e critiche incessanti sui social.
Un film che ha fatto storia
L’Allenatore nel Pallone resta un cult non solo per i tifosi, ma per chiunque ami il calcio nella sua dimensione più umana e ironica. Le analogie tra il mondo raccontato nel film e quello reale della Serie A, ieri come oggi, dimostrano quanto il calcio italiano sia capace di evolversi, rimanendo però fedele alle sue dinamiche di fondo.
Come direbbe Oronzo Canà: “Il calcio è una scienza, ma non è una scienza esatta!” Un principio che valeva allora, vale oggi e probabilmente sarà valido per sempre.”