Amarcord
Diavoli in Paradiso
Sheva prende la rincorsa, comincia un’attesa infinita e… Il Milan, sì, è Campione d’Europa per la sesta volta!
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5 ore agoon
Diavoli in Paradiso
Quegli occhi, occhi che si muovono rapidi, concentrati, decisi. Passano da Buffon all’arbitro Merk.
Poi ancora un attimo sul pallone. E’ lo sguardo indimenticabile di Andriy Shevchenko prima di battere il rigoredecisivo nella epica finale di Manchester.
Momenti straordinari che mi hanno sempre ricordato un famoso film: “Il buono, il brutto e il cattivo”.
Il regista dell’Old Trafford sembra che si sia ispirato proprio a Sergio Leone quando, nella famosa scena del ‘triello’, l’inquadratura passa dagli occhi stretti di Clint Eastwood a
quelli spiritati di Eli Wallach e poi ancora alle fessure di Lee Van Cleef. Manca, al teatro di Manchester, solo la musica travolgente di
Ennio Morricone, anche perché qui a dominare è solo il silenzio. Un silenzio irreale.
Nel segno di Sheva
Andriy Shevchenko aveva attirato l’attenzione dei dirigenti rossoneri qualche anno prima, nella spettacolare Dinamo Kiev del colonnello Lebanovsky, doveva aveva messo a segno ben 60 reti in 117 partite.
Nella stagione 1998/99 diventa poi il simbolo dello storico cammino della squadra ucraina che in Champions League approda fino in semifinale, eliminata dal Bayern Monaco.
Il Milan lo acquista nell’estate del 1999: subito il 29 agosto a Lecce, debutto in campionato, realizza la sua prima rete in maglia rossonera, ma la sua prima griffe
prestigiosa viene esaltata all’Olimpico grazie ad una clamorosa tripletta contro la Lazio. Peccato perché la sua avventura rossonera, che gli ha permesso di vincere due volte la
classifica cannonieri nelle stagioni 1999/2000 e 2003/04 (un 2004 indimenticabile per Andriy, che alza anche il Pallone d’oro…), avrebbe potuto permettergli di raggiungere un
traguardo imbattibile e leggendario: quello di primo cannoniere assoluto della storia del Milan, primato detenuto da Gunnar Nordhal con 221 reti.
Sheva si è fermato invece a 175: il suo passaggio al Chelsea ha probabilmente impedito ai tifosi del Milan di festeggiare con lui un traguardo unico e irripetibile.
Stagione 2002/03: fuochi d’artificio sul mercato
Torniamo però alla stagione 2002/03: che fuochi d’artificio sul mercato! Dall’Inter arriva a rinforzare la rosa, e in particolare la fascia difensiva, il prezioso terzino croato Dario Simic.
In attacco ecco lo Scorpione Bianco Jon Dahl Tomasson, attaccante dal mortale fiuto del gol. Il pezzo pregiato è un fuoriclasse che firmerà le pagine più belle spettacolari dei Meravigliosi di Carlo Ancelotti:
Clarence Seedorf, presto soprannominato Willy Wonka, il Re del cioccolato! La sua classe regalerà prelibatezze dolci e delicate ai palati sopraffini degli affezionati milanisti.
Il 21 luglio sono a Busto Arsizio per l’amichevole contro la Pro Patria quando si sparge la voce di un interessamento del Milan anche per il brasiliano Rivaldo, Pallone d’Oro nel 1999.
Nel giro di una settimana la voce si trasforma poi in realtà. Poi, a proposito ancora di cinema, si gira un film spettacolare dal titolo “I tre giorni del Condor”:
il protagonista però non è Robert Redford, ma Adriano Galliani! Solo qualche giorno prima aveva definito impossibile l’acquisto di Alessandro Nesta, pedina fondamentale per rinforzare la difesa.
Puntuale, negli ultimi giorni di mercato, anche senza la musica di Dave Grusin, il Dottor Galliani plana sul mercato:
Nesta diventa così giocatore di un Milan che dimostra così tutta la sua splendida forza, la sua matrice spettacolare a La Coruna.
Silvio Berlusconi affida a Carlo Ancelotti un manipolo di campioni che esaltano la fantasia e l’acume tattico del tecnico milanista.
Assente Shevchenko, in terra spagnola schiera insieme Seedorf, Rui Costa, Rivaldo e Inzaghi, assistiti dalla classe di Pirlo e dalla potenza di Ambrosini e Gattuso.
La terra galiziana si trasforma in un parco divertimenti per i rossoneri: vittoria per 4-0, con reti di Seedorf e tripletta di Inzaghi. Grande Pippo, Pippo Mio!
Champions, un cammino trionfale
Il cammino in Coppa è sicuro e autorevole. I rossoneri conquistano il primo posto nella prima fase a gironi del gruppo H davanti a
Deportivo, Lens e Bayern e poi, nella seconda fase, si mette alle spalle avversari temibilissimi come Real Madrid, Borussia Dortmund e Lokomotiv Mosca.
Inizia poi la fase ad eliminazione diretta, con sfide tremende per svolgimento, pathos ed emozione. Quarti di finale contro l’Ajax.
La partita di andata termina 0-0. Il Milan si gioca tutto nel match di San Siro, il 23 aprile 2003. Una partita indimenticabile davanti a 76,079 spettatori.
Sembra tutto facile per i Ragazzi di Ancelotti: Inzaghi porta in vantaggio il Milan già al 30esimo.
Passano 18 minuti della ripresa: la difesa viene sorpresa dall’inserimento di Litmanen e l’Ajax pareggia.
I rossoneri sono eliminati. L’incubo dura soltanto due minuti, perché Pippo Inzaghi vola sulla sinistra e mette in mezzo per Sheva che, di testa, segna la rete del 2-1.
Quando mancano dodici minuti alla fine Ibrahimovic, sì proprio Ibrahimovic, tocca per Pienaar che batte Dida in scivolata.
Il Milan è sotto choc. Tutti noi siamo sotto choc. Si arriva così al minuto 91. Che paura, che doppia paura.
Perché al tocco di Inzaghi ci affacciamo per capire la decisione del guardalinee sulla posizione di Tomasson: per fortuna è regolare. Si va in semifinale!
Derby ad alta tensione
Il Milan deve giocare la semifinale contro l’Inter. Archivio subito lo 0-0 in casa dei rossoneri. Una settimana dopo, il 13 maggio, è previsto il match di ritorno.
I giorni sembrano non passare mai. La tensione consuma, logora tutti i tifosi in questa lunghissima settimana.
In finale l’avversario sarà la Juventus, che ha eliminato il Real Madrid. Il Milan forse ha cominciato a vincere la sesta Coppa dei Campioni quando Nedved, il migliore fra i bianconeri, viene ammonito e salterà la finale.
Certo io ho urlato “Siamo in finale, siamo in finale!” al gol di Inzaghi/Tomasson contro l’Ajax ma, a pochi minuti dal calcio d’inizio, le mie certezze sono annullate dalla tensione.
Quando mancano pochi secondi alla fine del primo tempo Shevchenko, su lancio di Willy Wonka si libera di Cordoba e infila Toldo.
“Ora l’Inter deve segnarne due per andare in finale”, penso tra me e me per calmare l’agitazione.
Quando mancano sette minuti alla fine, Oba Oba Martins sfrutta un pasticcio difensivo per pareggiare. Sono i minuti fra i più angoscianti della mia vita rossonera.
Già dalla mia posizione distinguo poco lo svolgersi dell’azione, ma il sangue diventa acqua quando riesco a vedere Kallon solo, solo, solo davanti ad Abbiati.
Seguo con disperazione il suo rasoterra che lentamente sta andando verso la rete. Sembra ineluttabilmente che vada in rete, sono due secondi infiniti.
Poi, grazie al tocco con la gamba di Abbiati, la palla finisce in calcio d’angolo. Il Milan pareggia e conquista così la finale.
Sheva ci regala la sesta Champions
“Riconquistiamola” è l’indimenticabile striscione che campeggia sulla curva del Milan il 28 maggio 2003. Finisce 0-0 nei novanta e nei cento venti minuti di gioco.
Si va quindi ai calci di rigore. Quello decisivo è sui piedi di Andriy Shevchenko, il Vento di Passioni rossonero.
I suoi occhi sono magnetici e indimenticabili. Prende la rincorsa, comincia un’attesa infinita e…
Il Milan, sì, è Campione d’Europa per la sesta volta! Magico, splendido, leggendario, meraviglioso Milan!
40 anni dopo suo papà Cesare, sempre sotto il cielo d’Inghilterra, Paolo Maldini è pronto a ricevere la Coppa dal presidente della Uefa.
Una Coppa tira l’altra…
La stagione non finisce con questo trionfo perché, tre giorni dopo, il 31 maggio i “Meravigliosi di Carlo Ancelotti” giocano la partita di ritorno della finale di Coppa Italia.
Avversaria la Roma battuta nel match di andata per 4-1. Totti è scatenato: segna due gol, poi Rivaldo dimezza lo svantaggio e al minuto 94 succede di tutto.
Inzaghi segna poi la rete numero 30 della sua memorabile stagione. I rossoneri alzano la prima Coppa Italia della Presidenza Berlusconi.
Poi può cominciare la festa in onore di un’ospite attesa da nove anni, lucente, affascinante, emozionante.
È lasesta Coppa dei Campioni, riconquistata da un grande, splendido, fantastico Milan!