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Amarcord

Chi era Pietro Maiellaro?

Genio ribelle e idolo di Bari, deliziava il pubblico con la sua tecnica e faceva ammattire gli avversari!

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Chi era Pietro Maiellaro?

Nel cuore dei tifosi del Bari c’è un nome che evoca emozioni e ricordi indelebili: Pietro Maiellaro.

Giocatore dal talento cristallino, estro puro e personalità da leader, Maiellaro ha segnato un’epoca nella storia del club pugliese tra la fine degli anni ’80 e l’inizio dei ’90.

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Gli inizi e l’arrivo a Bari

Nato a Candela, in provincia di Foggia, il 29 settembre 1963, Maiellaro muove i primi passi nel calcio professionistico con il Lavello e il

Matera, prima di mettersi in luce con le maglie di Palermo e Avellino. Ma è nel 1987, quando approda al Bari, che la sua carriera prende una svolta decisiva.

Il presidente Vincenzo Matarrese e l’allenatore Bolchi credono in lui, vedendo in quel centrocampista offensivo dalle giocate

sopraffine l’uomo giusto per guidare la squadra. Maiellaro non delude e diventa immediatamente il faro del Bari.

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Il Bari di Maiellaro: talento e spettacolo

Tra il 1987 e il 1991, Maiellaro incanta la tifoseria biancorossa con gol, assist e giocate da fuoriclasse.

Il suo stile di gioco era inconfondibile: tecnica sopraffina, dribbling ubriacante e una visione di gioco fuori dal comune.

Spesso paragonato a numeri 10 del calibro di Gianni Rivera e Zico, sapeva illuminare la manovra offensiva con passaggi filtranti e conclusioni spettacolari.

Uno dei momenti più iconici della sua esperienza barese arriva nella stagione 1988-89, quando trascina il Bari alla promozione in Serie A, risultando decisivo con 11 gol e numerose prestazioni da leader.

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Il San Nicola, appena inaugurato, diventa il suo palcoscenico, e la tifoseria biancorossa si innamora definitivamente del suo numero 10.

In Serie A, Maiellaro si conferma giocatore di qualità assoluta, regalando giocate straordinarie e guidando il Bari a una tranquilla salvezza nella stagione 1989-90.

L’addio e la fine della carriera

Nel 1991, dopo quattro stagioni indimenticabili, Maiellaro lascia Bari per trasferirsi alla Fiorentina, ma senza mai ritrovare la magia vissuta in Puglia.

Successivamente veste le maglie di Venezia, Casarano, Taranto e altre squadre, fino al ritiro.

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Dopo il calcio giocato, Maiellaro ha intrapreso una carriera da allenatore e osservatore, restando sempre legato al mondo del pallone.

L’eredità di un idolo

Pietro Maiellaro non è stato solo un giocatore talentuoso, ma un vero e proprio simbolo per il Bari e per i suoi tifosi.

Il suo nome è ancora oggi sinonimo di calcio spettacolare e fantasia pura. Chi lo ha visto giocare racconta di un artista del pallone, capace di accendere l’entusiasmo con un solo tocco.

Ancora oggi, a Bari, il ricordo di Maiellaro è vivo e indelebile, perché certi giocatori non si dimenticano mai.

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