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Torino-Inter 1-0, la lavagna tattica: il ritorno all’antico di Mazzarri
Published
7 anni agoon
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Redazionegiornata di campionato.
C’è molto del lavoro del tecnico granata nel successo ottenuto nel lunch match di questa 31a
giornata di campionato. Da quando, infatti, l’allenatore di San Vincenzo ha rimodellato la squadra
con il suo marchio di fabbrica, la difesa a tre, il Toro è uscito dalla crisi ed ha messo in fila tre
successi nell’arco di sette giorni.
L’ultimo in ordine cronologico, ma il primo in quanto a peso specifico, è proprio contro l’Inter, che
sembrava invece lanciatissima verso il sorpasso ai danni della Roma.
LJAJIC AGO DELLA BILANCIA
Non è soltanto stato il match winner con la sua zampata al 36′; Adem Ljajic è stato decisivo
nell’intera economia della gara, con il suo continuo partire largo per poi venire dentro il campo e
viceversa. Questa posizione difficilmente collocabile all’interno di uno schema ben definito, ha fatto
sì che il modulo granata oscillasse dal 3-4-3 al 3-4-1-2 a seconda dell’incedere del serbo, non a caso,
autore del gol che ha deciso la gara.
BORJA O RAFINHA, CHE DILEMMA…
Sul fronte Inter, la curiosità risiedeva nell’inserimento di Borja Valero alle spalle di Icardi, al posto
di Rafinha. Le differenze tecniche tra i due sono notevoli, a cominciare dal piede preferito, ma
soprattutto c’era da valutare la compatibilità con il nuovo modo di Candreva di intendere il ruolo di
esterno, con questo suo entrare molto spesso dentro al campo. Se con Rafinha i risultati sono stati
eccellenti, in quanto l’ex Barcellona ha nelle corde l’andare sull’esterno invertendosi all’ex Lazio,
bisognava vedere se altrettanto potesse fare l’ex Fiorentina.
Il risultato non è stato soddisfacente perché, se da un lato è vero che l’Inter ha creato molto,
dall’altro la velocità di manovra negli ultimi metri è sempre stata con un tempo di gioco di troppo
che permetteva alla difesa granata (che presentava addirittura una linea a 6 durante l’assalto finale)
di gestire e rintuzzare le offensive nerazzurre.
Non è difatti un caso che le occasioni principali siano scaturite a seguito di un recupero palla sugli
attaccanti granata, con la squadra in uscita. In questa circostanza, si veniva a creare un buco nella
mediana del Toro che permetteva o l’imbucata centrale, oppure l’ingresso palla al piede fino ad
arrivare in zona tiro. Soprattutto nella prima frazione sono state diverse le circostanze in cui l’Inter
poteva far male con questa giocata, vedi le conclusioni di Candreva (2), Brozovic e le imbeccate per
Icardi e Perisic.
L’AZIONE DEL GOL
Per paradosso, l’Inter è stata colpita proprio in una situazione analoga.
Possesso Inter sulla destra, break granata con verticalizzazione immediata su Belotti che spacca in
due l’assetto nerazzurro e concede il 4vs3. Il Gallo perde un tempo di gioco per una incomprensione
con Iago Falque, ma in suo soccorso arriva Perisic che nell’andare a contrasto, pesca
splendidamente De Silvestri, bravo ad attaccare senza palla la banda di destra e ancor più bravo ad
inserire a centro area un fendente rasoterra che taglia alle spalle i tre difensori che non intervengono
e permettono a Ljajic, che aveva seguito l’azione da sinistra, di depositare da pochi passi.
ASSALTO ALL’ARMA BIANCA
Nella ripresa Spalletti si gioca tutte le carte a disposizione, da Karamoh a Rafinha, per concludere
con Ranocchia centravanti all’inglese ma, nonostante ben 16 corner (contro uno solo del Toro), la
porta di Sirigu non cade, un po’ per sfortuna (palo di Rafinha e salvataggio sulla linea di N’Koulou,
ndr), un po’ perché l’Inter commette l’errore di schiacciare l’avversario nella sua area, andando ad
ingolfare i sedici metri e non riuscendo a trovare la rapidità che era l’arma da sfruttare per entrar
dentro. Il Toro ha sempre e solo concesso i cross dall’esterno, in particolare a destra con Cancelo,
ben sapendo che era in grado di occupare correttamente lo spazio a centro area. Se l’Inter avesse avuto la lucidità di far uscire i granata dal guscio, sicuramente commenteremmo un altro risultato…
A cura di Ciccio Mariello
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