Amarcord
20 Ottobre 1996, la metamorfosi di Zidane
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6 anni agoon
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RedazioneFrancese come Platini. Di Platini, Zinedine Zidane, ricopre la stessa posizione in campo e indossa la medesima maglia a strisce bianconere, anche se il numero che porta sulle spalle non è il 10, ma un insolito 21. Come Platini, anche Zidane inizialmente fatica ad imporsi nella Juventus, recitando l’ingrato ruolo dell’oggetto misterioso. In Francia è già un idolo, in Italia ancora un incompreso.
Triste, scialbo, inconcludente. Che Luciano Moggi stavolta abbia preso un granchio lo sospettano un po’ tutti, a cominciare dal popolo juventino, che sognava un nuovo Platini e si ritrova davanti agli occhi il nuovo Magrin con tutto il rispetto. Poi, d’un tratto, in una sera di ottobre, la metamorfosi, non di Kafka, ma di Zidane. Al Delle Alpi arriva l’Inter di Roy Hodgson per il posticipo della sesta giornata del campionato di Serie A, edizione 1996/97.
La Juve domina e trova il vantaggio con Jugovic sul finire del primo tempo. Il copione non cambia nella ripresa, bianconeri padroni del gioco, nerazzurri alle corde. E quando l’avversario è all’angolo, quello è il momento di metterlo al tappeto. Minuto numero 62, sugli sviluppi di un corner battuto da “Soldatino” Di Livio, il pallone schizza appena fuori dall’area di rigore dove l’accorrente Zidane lo arpiona di sinistro e con lo stesso piede lo scaraventa in rete alle spalle di un incolpevole Pagliuca.
La palla, colpita d’esterno, s’infila in porta a fil di palo, imparabile. Zidane corre verso la panchina ad abbracciare Marcello Lippi, il quale, a fine gara, dirà: “Io l’ho sempre difeso dalle critiche perché in allenamento ho sempre visto il suo lavoro, l’ho sempre giudicato positivo considerando anche che da poco tempo è con noi. Certo, ha fatto un bellissimo goal, penso che per lui sul piano morale potrà essere fondamentale”.
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