Amarcord
La denuncia di Dalla Bona: “Non gioco perché ‘non allineato’, l’Italia perdona chi ha venduto partite”
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11 anni agoon
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RedazioneDal primo luglio 2012 una delle promesse mai completamente mantenute del calcio italiano, Samuele Dalla Bona, è senza contratto. E dalle colonne della ‘Gazzetta dello Sport’ si toglie qualche sassolino dalla scarpa.
“A Napoli stavo da Dio, questo fino al ritorno in serie A – racconta -. Con Reja, poi, il rapporto non decollò e senza darmi motivazioni non mi considerò mai. Poi andai in prestito all’Atalanta, ma non ero più fisicamente e mentalmente all’altezza. Poi mio padre Luigi si ammalò, i medici gli diedero cinque mesi di vita. Ero legatissimo a lui, non me ne feci una ragione e mi venne la depressione. In pratica ho smesso di giocare allora”.
“Il calcio in Italia non funziona, fa schifo. C’è tantissima ipocrisia, se si fa tardi la sera o si rilasciano multe non autorizzate scatta la multa, se si vendono partite il perdono – il suo durissimo sfogo -. Leggo che Andrea Masiello, uno che ha confessato di aver preso soldi per perdere, ha incassato lo stipendo minimo durante la squalifica. Uno stipendio che un operaio si sogna. A gennaio tornerà a giocare. Marco Rossi, altro reo confesso, ora è al Perugia. Altri squalificati giocano da tempo, la giustizia sportiva fa sconti a tutti e intanto decine di calciatori come me, che non hanno mai taroccato una partita, sono senza lavoro”.
“Io ho giocato al sud, a Lecce e Napoli, il mio amico Donati al Bari. Nessuno ci ha costretti a fare nulla di illegale – prosegue Dalla Bona -. Capita di sbagliare un’annata, ma nessuno mi ha mai proposto soldi per perdere. Sapevano quale sarebbe stata la mia risposta. Poi vedo Farina, che ha denunciato tutto, che ha smesso e per lavorare è dovuto andare in Inghilterra. E mi chiedo che senso abbia essere onesti se poi a fare carriera sono i furbi”.
“Ho incontrato Grella, australiano che ha giocato all’Empoli e al Torino. Mi ha proposto di andare al Melbourne Heart, ma ho dovuto declinare per problemi personali. Se potessi tornare indietro, però, resterei in Inghilterra. Il calcio italiano è uno schifo, io non mi sono allineato e anche per questo ho pagato”, l’amara conclusione dell’ex milanista.
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