Amarcord
Parma: ora si prova il fallimento pilotato, ma c’è il rischio serie D
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10 anni agoon
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RedazioneSi fa sempre più dura per il Parma. Il club emiliano, gravato da una situazione debitoria per oltre 90 milioni di euro, potrebbe presto sparire dal calcio professionistico. Dopo le promesse disattese dal neo presidente Manenti e il continuo aggravarsi delle condizioni economiche della società (la gara con l’Udinese è stata infatti rinviata a causa dell’impossibilità di garantire la sicurezza degli spetttatori e la fornitura dell’energia), ora è il momento di fare il punto sul futuro dell’ultra-centeneria squadra crociata.
“Stiamo cercando di salvare il salvabile” ha dichiarato il sindaco di Parma Federico Pizzarotti, che da qualche giorno ha preso in mano il dossier realtivo alla situazione della società. L’ipotesi auspicata dal primo cittadino sarebbe dunque quella del ‘fallimento pilotato’, sul modello di quello attuato dal Bari appena qualche mese fa: in questo modo il club manterrebbe il titolo sportivo e potrebbe partecipare regolarmente al prossimo campionato (presumibilmente di serie B, vista la quasi certa retrocessione).
La richiesta di fallimento va però inoltrata a stagione ancora in corso e può essere avanzata dalla Procura (se venissero ravvisati estremi di reato), dalle istanze presentate dai creditori o dall’ amministratore della società, nel caso decidesse di portare i libri in tribunale,
In tal caso verrebbe dunque nominato un curatore fallimentare che guiderebbe la società fino al momento della liquidazione o di un’eventuale cessione: nel caso il curatore registrasse qualche illecito nella gestione della società, i precedenti amministratori finirebbero automaticamente nel registro degli indagati.
Qualora l’ipotesi di ‘fallimento pilotato’ non dovesse prendere piede, l’unica alternativa sarebbe un vero e proprio fallimento con la sparizione del club che potrebbe ripartire solo dai Dilettanti. Prospettiva che, con il passare delle ore, prende sempre più corpo, ma che il sindaco Pizzarotti vorrebbe scongiurare grazie ad una cordata di imprenditori locali che potrebbero subentrare in società una volta terminate le operazioni di fallimento controllato.
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