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Carrierismo Militante

16 maggio, da Moratti all’EuroDerby

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Per gli interologi di una certa esperienza la giornata di oggi non può non richiamare l’attenzione a quattro avvenimenti piuttosto storici. Il 16 maggio 1945 nasce a Bosco Chiesanuova Massimo Moratti, figlio di Angelo, storico presidente della Grande Inter Euro mondiale degli anni Sessanta, e a sua volta uno dei proprietari più amati della storia della Beneamata. Massimo assume la gestione del club il 19 febbraio 1995 e la manterrà di fatto fino a fine 2013, con in mezzo due brevi momenti in cui non assunse personalmente la presidenza del club.  Sotto la sua gestione la società nerazzurra portò a casa la bellezza di 16 trofei, tra cui 5 scudetti, una Champions League, una Coppa Uefa, 4 Coppe Italia, 4 Supercoppe Italiane e un Mondiale per Club. La notte più importante della sua carriera da proprietario è stata indubbiamente quella del 22 maggio 2010, quando sotto il cielo di Madrid la squadra di Josè Mourinho conquista la terza Coppa dei Campioni della storia del club, a distanza di 45 anni dalla precedente. Massimo Moratti può così riallacciare il filo con suo padre, a cui dedicherà un commovente saluto pochi stanti dopo la fine del match del Bernabeu.

L’estate 2008 segna l’arrivo in Italia di un certo Josè Mourinho, destinato a lasciare un segno indelebile, oltre che per i risultati sportivi, anche per alcune sue celebri perle dialettiche. La squadra conquista il suo 17esimo scudetto, il quarto consecutivo, che vale l’aggancio al Milan nell’albo d’oro dopo 15 anni di inseguimento, al termine di un torneo alla lunga pienamente dominato. La squadra infatti si laurea campione d’Italia aritmeticamente il 16 maggio 2009 grazie alla sconfitta del Milan sul campo dell’Udinese, quando ancora deve disputare le ultime 3 giornate di campionato. Alla fine i nerazzurri chiuderanno con 10 punti di vantaggio su Juventus e Milan secondi a pari merito. Dopo tre anni conditi da altrettanti scudetti, lascia la Milano nerazzurra Zlatan Ibrahimovic, capocannoniere con 25 reti, ma far posto a Samuel Eto’ò, dando vita ad uno scambio destinato a diventare leggendario.

La stagione 2009-10 è la migliore della storia della società. La squadra, rinnovata per quanto riguarda il parco giocatori, ma nella prima parte della stagione lascia solo le briciole agli avversari e sembra destinata all’ennesima cavalcata trionfale. Col ritorno della Champions League a febbraio, vero oggetto del desiderio di Massimo Moratti, la squadra perde punti favorendo il ritorno in lotta di Milan e Roma. Mentre i rossoneri crollano alla soglia del rush finale i giallorossi riescono addirittura a sorpassare i nerazzurri, dopo una rincorsa partita da -14. Ma l’incredibile sconfitta interna per 2-1 per mano della Sampdoria, sancisce il definitivo contro sorpasso dei Mourinhiani. Le ultime tre giornate infatti non registrano ulteriori colpi di scena. Il 16 maggio 2010 a Siena, nello stesso campo di tre anni prima, l’Inter diventa campione d’Italia per la quinta volta consecutiva, la 18 esima della sua storia, completando uno storico sorpasso ai danni del Milan. Il successo di Siena è avvenuto dopo la vittoria in Coppa Italia del 5 maggio contro la Roma padrona di casa e prima del 22 maggio 2010, in cui la Beneamata conquisterà sotto il cielo di Madrid la terza Coppa dei Campioni della storia della società, realizzando così uno storico Grande Slam, diventando la prima squadra italiana a riuscirci.

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Il 16 maggio di un anno fa il popolo interista era in attesa del derby più importante della sua storia. Sei giorni prima, in occasione della gara di andata giocata in casa del Milan valevole per la semifinale della Champions League 2022-23, l’Inter si aggiudica il match con un 2-0 firmato Dzeko e Mikhitaryan maturato nei primi 11 minuti di gioco. Il vantaggio ottenuto nel primo round del doppio confronto rende solo in parte giustizia alla superiorità degli uomini di Simone Inzaghi, che si presentano quindi alla resa dei conti di una settimana dopo con una chiara situazione di vantaggio. Dopo pochi minuti il rossoneri sprecato con Brahim Diaz una ghiotta occasioni per riaprire il discorso qualificazione. Lo spavento sveglia i nerazzurri che impegnano varie volte Maignan. A fine primo tempo un diagonale di Leao attraversa pericolosamente la porta difesa da Onana. Intorno a mezz’ora della ripresa, quando la partita si era bene o male ristagnata su una situazione di equilibrio, Lautaro, al termine di un’azione insistita nell’area avversaria, con una conclusione di sinistro batte il portiere francese sul suo palo e manda in delirio il Meazza tutto nerazzurro. Questo doppio successo, che vale l’ingresso per la finale di Istanbul, rappresenta per l’ambiente nerazzurro una vera e propria resa dei conti storica, vent’anni dopo l’amara eliminazione, sempre in semifinale, a seguito di un doppio pareggio.

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