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Carrierismo Militante

Inter, secondo scudetto in 4 anni

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Dopo una lunga cavalcata cominciata lo scorso 19 agosto col successo interno col Monza, l’Inter, vincendo contro il Milan nella serata di lunedì 22 aprile 2024, conquista aritmeticamente con 5 giornate di anticipo il suo 20esimo scudetto, guadagnandosi il diritto di fregiarsi sul petto della seconda stella, a 58 anni di distanza dall’ottenimento della prima, a sua volta giunta a 58 anni dalla fondazione della società. Un successo strameritato quello degli uomini di Simone Inzaghi, capaci di inanellare una serie di primati che testimonia il predominio assoluto della squadra nel corso del campionato di Serie A 2023-24. Per i nerazzurri si tratta del secondo tricolore nelle ultime 4 stagione, a tre anni di distanza dal successo con alla guida Antonio Conte. Nei due tornei in cui la squadra ha mancato il raggiungimento del primo posto sono comunque arrivate due Coppe Italia, tre Supercoppe Italiane e il raggiungimento di una finale di Champions League, al termine di un esaltante doppio derby europeo con i cugini del Milan. I 7 trofei in 4 anni, arrivati tra l’altro in un periodo storico non proprio di grassa dal punto di vista economico, testimoniano quindi l’efficienza della società presieduta da Zhang e amministrata con saggezza da Beppe Marotta e Piero Ausilio, che non sembrano per nulla intenzionati ad interrompere il ciclo di vittorie. Nella storia della Beneamata, oltre a prolungati periodi di astinenza da vittorie importanti, ci sono state diverse serie di stagioni positive che hanno portato al club a toccare quota venti scudetti prima del Milan, nonostante la nascita della società sia avvenuta ben 9 anni dopo.

1930/1940, AMBROSIANA NEL SEGNO DI PEPPINO MEAZZA

Con l’avvento del torneo a girone unico, nella stagione 1929-30, la geografia del calcio italiano cambia radicalmente, dato che entrano in scena tre superpotenze come Ambrosiana Inter, Juventus e Bologna, che si spartiranno il dominio italiano nel corso del decennio che precede l’entrata in guerra dell’Italia. Il 29 giugno 1930, battendo per 2-0 sul proprio campo la Juventus, la squadra allora allenata dal celebre Arpad Weisz, trascinata nel corso della stagione da un giovanissimo e strepitoso Peppino Meazza, autore di 31 reti in 33 giornate, conquista con una giornata di anticipo il terzo scudetto della sua storia, ribadendo la regola di inizio decennio, dopo le precedenti conquiste del 1910 e del 1920. I cinque anni successivi furono caratterizzati da altrettante affermazioni juventine, prima dell’entrata in scena del Grande Bologna, che sarà in grado di aggiudicarsi ben 4 campionati in sei anni, guadagnandosi il soprannome di Squadrone che tremare il mondo fa.

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Nel frattempo, dopo anni di delusioni e scudetti sfumati sul filo di lana, nel 1937-38 torna a trionfare l’Ambrosiana, questa volta con Armando Castellani in panchina e trascinata sempre dai gol di uno strepitoso Meazza, ancora una volta capocannoniere. Il quarto scudetto è particolarmente emozionante per il modo in cui viene ottenuto. La squadra nerazzurra è infatti coinvolta in una bagarre per il vertice che a poche giornate dalla fine del campionato coinvolge addirittura 7 squadre, raggruppate nello spazio di soli 3 punti. La svolta definitiva avviene il 17 aprile 1938, nel corso della 29esima giornata, in cui la Juve capolista viene clamorosamente sconfitta sul proprio campo dal Liguria, favorendo il sorpasso dei rivali nerazzurri, vincitori di misura sul proprio campo contro la Roma. Una settimana dopo, all’ultimo turno, le reti di Meazza e Annibale Frossi consentono agli uomini di Castellani di espugnare il terreno di gioco del Bari e di chiudere il campionato con due punti di vantaggio nei confronti dei rivali bianconeri, nel frattempo bloccati dal Milan sul pareggio.

L’anno successivo la squadra chiude il campionato al terzo posto, a 5 punti di distanza dal Bologna campione, e si accontenta di portare a casa la sua prima Coppa Italia, battendo per 2-1 il Novara all’ultimo atto. Nel corso dell’annata 1939-40 la squadra dovrà fare a meno per l’intera stagione del suo fuoriclasse Meazza, a causa di un embolo che ha colpito il suo piede sinistro. Il gruppo però non si abbatte e lancia il suo guanto di sfida ai rossoblu, che restano al comando della classifica fino alla 24 giornata. Grazie ad una strepitosa striscia di 8 vittorie consecutive, gli uomini di Tony Cargnelli raggiungono i rivali alla 25esima e operano il definitivo sorpasso al turno successivo, il 21 aprile 1940, grazie al successo interno contro il Genova e alla contemporanea caduta degli emiliani sul campo della Juventus. La sorprendente sconfitta patita dai nerazzurri sul campo del Novara al penultimo turno riapre i giochi e rende lo scontro diretto tra Ambrosiana e Bologna, in programma all’ultima giornata un vero e proprio spareggio. Forti della possibilità di avere due risultati su tre a disposizione, il 2 giugno all’Arena una rete in avvio di Ferraris decide il match e consegna al termine di un testa a testa entusiasmante il quinto scudetto nella bacheca nerazzurra. Tuttavia c’è ben poco tempo da festeggiare, visto che 8 giorni dopo l’Italia entrerà in guerra.

ANNI CINQUANTA, CATENACCIO AL POTERE: DUE SCUDETTI DI FILA PER L’INTER

Gli anni successivi alla fine della Seconda Guerra Mondiale sono caratterizzati nel mondo del calcio dal dominio assoluto del Grande Torino, fino al tragico epilogo del 4 maggio 1949 sulla collina di Superga. Reduce da anni particolarmente difficili, tra fine anni Quaranta e inizio anni Cinquanta l’Inter rialza la testa e torna ad entusiasmare i propri sostenitori, in astinenza di vittorie dal 1940. Il campionato 1952-53 i milanesi lo disputano con Alfredo Foni in panchina e portano avanti un torneo all’insegna della solidità difensiva. Infatti pur avendo messo a segno solamente 46 reti, la squadra conquista il titolo, il primo post bellico e il sesto assoluto, con tre giornate di anticipo e 7 punti di vantaggio sulla Juventus seconda. Le tre sconfitte conclusive non cambiano minimamente la sostanza di un torneo mai in discussione.

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L’anno successivo, nel torneo precedente i Mondiali in Svizzera, la squadra nerazzurra si conferma campione, questa volta mettendo in mostra un gioco più spettacolare. Il bis tricolore è caratterizzato da un durissimo testa a testa contro la solita agguerrita Juventus. Il settimo scudetto della storia dell’Inter passerà alla storia soprattutto per il memorabile 6-0 afflitto agli storici avversari bianconeri nello scontro diretto del 4 aprile 1954, valido per la 27esima giornata e che segna il sorpasso al primo posto della classifica. Il duello proseguirà con una serie di avvicendamenti sul gradino più alto del podio, ma la svolta definitiva avviene al terz’ultimo turno con la sconfitta dei torinesi maturata sul campo dell’Atalanta, mentre la squadra di Foni ottiene un 2-2 sul campo del Palermo sufficiente per balzare al comando solitario. Le ultime due giornate non regalano ulteriori colpi di scena. I nerazzurri il 30 maggio, grazie al 4-2 interno ai danni della Triestina, si laureano per la seconda volta consecutiva campioni d’Italia, con un solo punto di vantaggio nei confronti dei bianconeri.

ANNI SESSANTAE’ L’ORA DELLA LEGGENDA: LA GRANDE INTER DOMINA IL MONDO

L’inizio degli anni Sessanta nel calcio italiano è caratterizzato dall’arrivo e dal rapido affermarsi di Helenio Herrera, un personaggio destinato a lasciare un impronta indelebile nel modo di vivere questo sport. Dopo due campionati da grande delusa, caratterizzati da altrettante sconfitte in volata dopo un girone di andata ad altissimo livello, l’Inter presieduta da Angelo Moratti ha fretta di tornare a vincere e questa volta ci riesce con un percorso inverso rispetto ai precedenti tornei finiti male. La squadra si presenta al rush finale in splendida forma e il 28 aprile 1963 una rete di Mazzola sul campo della Juventus spedisce i bianconeri a -6, chiudendo di fatto al campionato. Curiosamente la matematica certezza del titolo avviene il 5 maggio dopo una sconfitta per 3-0 sul campo della Roma. I nerazzurri, che sono all’inizio di un ciclo leggendario, conquistano quindi il loro ottavo scudetto, a nove anni di distanza dal precedente.

Dopo un campionato perso nello spareggio contro il Bologna, compensato dalla conquista della prima Coppa dei Campioni, al Prater di Vienna contro il Real Madrid, l’Inter vuole riprendersi il tricolore. La squadra all’inizio della stagione 1964-65 conquista la sua prima Coppa Intercontinentale contro l’Indipendiente al termine di una drammatica tripla finale, ma in campionato ha un andamento lento, tanto da vedere ad un certo punto del torneo il Milan avanti di 7 punti. Mentre tutti pensano che gli uomini di Herrera mollino il campionato per concentrarsi sul bis in Coppa dei Campioni, i nerazzurri recuperano punti su punti  e, dopo aver battuto i cugini nel derby con un poderoso 5-2, completano il leggendario sorpasso il 16 maggio 1965 grazie al 2-0 ottenuto sul campo della Juve, contemporaneo ad una sconfitta interna con lo stesso punteggio dei rossoneri per mano della Roma. L’Inter non si farà più riprendere e, dopo aver centrato il bis europeo ai danni del Benfica il 27 maggio, il 6 giugno 1965 un pareggio interno contro il Torino vale l’aritmetica conquista del nono scudetto della storia del club, che significa sorpasso in questa speciale classifica ai danni dei cugini.

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Dopo aver bissato, sempre contro l’Indipendiente, la conquista della Coppa Intercontinentale, la squadra di Herrera comanda il campionato italiano dall’inizio alla fine, guadagnandosi la vetta solitaria alla settima giornata senza venire più ripresa. Il 15 maggio 1966 battendo per 4-1 a San Siro la Lazio, l’Inter mantiene i 4 punti di vantaggio sul Bologna secondo, bissa il successo ottenuto l’anno prima e ottiene così il suo decimo scudetto, diventando così la seconda squadra italiana, nonché la prima milanese, a potersi fregiare della stella sopra lo stemma. Il ciclo leggendario della Grande Inter , caratterizzato in 4 anni dalla conquista di 3 scudetti, due Coppe dei Campioni e due Coppe Intercontinentali, ha ormai toccato il suo apice.

ANNI DUEMILALA RIVINCITA DI MORATTI: DA CALCIOPOLI A MADRID

Nel maggio 2006 il calcio italiano è sconvolto da un vero e proprio terremoto a causa dello scoppio dello più grande scandalo della storia dello sport del nostro paese, quello delle intercettazioni telefoniche, che sarà presto ribattezzato Calciopoli. Pochi giorni dopo la vittoria dell’Italia di Marcello Lippi a Berlino del quarto titolo mondiale della sua storia la giustizia sportiva agisce tempestivamente e riscrive classifiche e albo d’oro. Dopo due gradi di sentenze la Juventus, oltre alla revoca degli ultimi due scudetti, viene declassata in Serie B. Data la penalizzazione del Milan, secondo classificato nel campionato 2005-06, una commissione di saggi, preceduta da Guido Rossi, su forte pressione da parte dell’Uefa, assegna il titolo italiano all’Inter terza classificata. Il 14esimo scudetto, vinto in maniera un po’ originale il 26 luglio 2006 è l’ultimo regalo a Giacinto Facchetti, ormai in punto di morte.

Nel corso dell’estate tribolata del 2006 Massimo Moratti costruisce un’Inter stratosferica per legittimare sul campo quanto assegnatogli dalla giustizia sportiva. La squadra disputa un campionato 2006-07 fantasmagorico, stabilendo diversi primati tra cui le 17 vittorie consecutive, i 22 punti sulla seconda in classifica, la Roma, e i 97 punti, che per allora significavano record europeo per quanto riguarda i campionati principali. La certezza del 15esimo titolo arriva il 22 aprile 2007 alla 33esima giornata sul campo del Siena grazie ad una doppietta di Materazzi, in concomitanza con la sconfitta della Roma in casa dell’Atalanta.

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Il campionato 2007-08, quello che porta al centenario della Beneamata, è caratterizzato da un dominio nerazzurro nei primi due terzi di campionato, tanto che a metà febbraio la squadra si trova 11 punti avanti alla Roma, ma da grandi sofferenze nell’ultima parte di annata. Dopo l’amara eliminazione in Champions League per mano del Liverpool la squadra ha un tracollo di risultati, dovuta anche ad una serie inenarrabile di infortuni, e si fa recuperare dai giallorossi punti su punti. La squadra riesce comunque a conservare sei punti di vantaggio a tre giornate dalla fine, ma prima la sconfitta nel derby e poi un incredibile pareggio interno contro il Siena, dopo essere stati in vantaggio due volte e aver fallito il match point su calcio di rigore, porta la squadra di Spalletti a -1 dai nerazzurri. A fine primo tempo dell’ultima giornata, il 18 maggio 2008 la Roma è addirittura campione d’Italia, ma intorno allo scoccare della mezz’ora il redivivo Zlatan Ibrahimovic segna a Parma una storica doppietta che consente all’Inter, al termine di un torneo soffertissimo, di laurearsi campione d’Italia per la terza volta consecutiva, la 16esima della sua storia. Roberto Mancini può così terminare dopo 4 anni il suo ciclo nerazzurro, caratterizzato da 3 scudetti, due Coppe Italia e due Supercoppe Italiane.

L’estate 2008 segna l’arrivo in Italia di un certo Josè Mourinho, destinato a lasciare un segno indelebile, oltre che per i risultati sportivi, anche per alcune sue celebri perle dialettiche. La squadra conquista il suo 17esimo scudetto, il quarto consecutivo, che vale l’aggancio al Milan nell’albo d’oro dopo 15 anni di inseguimento, al termine di un torneo alla lunga pienamente dominato. La squadra infatti si laurea campione d’Italia aritmeticamente il 16 maggio 2009 grazie alla sconfitta del Milan sul campo dell’Udinese, quando ancora deve disputare le ultime 3 giornate di campionato. Alla fine i nerazzurri chiuderanno con 10 punti di vantaggio su Juventus e Milan secondi a pari merito. Dopo tre anni conditi da altrettanti scudetti, lascia la Milano nerazzurra Zlatan Ibrahimovic, capocannoniere con 25 reti, ma far posto a Samuel Eto’ò, dando vita ad uno scambio destinato a diventare leggendario.

La stagione 2009-10 è la migliore della storia della società. La squadra, rinnovata per quanto riguarda il parco giocatori, ma nella prima parte della stagione lascia solo le briciole agli avversari e sembra destinata all’ennesima cavalcata trionfale. Col ritorno della Champions League a febbraio, vero oggetto del desiderio di Massimo Moratti, la squadra perde punti favorendo il ritorno in lotta di Milan e Roma. Mentre i rossoneri crollano alla soglia del rush finale i giallorossi riescono addirittura a sorpassare i nerazzurri, dopo una rincorsa partita da -14. Ma l’incredibile sconfitta interna per 2-1 per mano della Sampdoria, sancisce il definitivo contro sorpasso dei Mourinhiani. Le ultime tre giornate infatti non registrano ulteriori colpi di scena. Il 16 maggio 2010 a Siena, nello stesso campo di tre anni prima, l’Inter diventa campione d’Italia per la quinta volta consecutiva, la 18 esima della sua storia, completando uno storico sorpasso ai danni del Milan. Il successo di Siena è avvenuto dopo la vittoria in Coppa Italia del 5 maggio contro la Roma padrona di casa e prima del 22 maggio 2010, in cui la Beneamata conquisterà sotto il cielo di Madrid la terza Coppa dei Campioni della storia della società, realizzando così uno storico Grande Slam, diventando la prima squadra italiana a riuscirci.

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