Cartellino Rosso
L’Inferno di CR7 tra i Diavoli Rossi
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4 anni agoon
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RedazioneDura lex, sed lex: nello spogliatoio dello United le regole valgono per tutti, anche per Cristiano Ronaldo…
Dribblomane
A 18 anni Cristiano Ronaldo aveva già un ego smisurato, ma quando sei l’ultimo arrivato in uno spogliatoio di campioni affermati come quello del Manchester United devi fare inevitabilmente i conti con chi in quello spogliatoio ci sta da anni… Così, capita che uno come Van Nistelrooy ti mandi a quel paese se non gli passi il pallone, parola di Rio Ferdinand:
Non è diventato un fenomeno immediatamente, ma aveva un’abilità incredibile e gli piaceva intrattenere il pubblico. Adorava dribblare e per questo veniva spesso rimproverato in allenamento. Mi ricordo una volta, credo sia stato un momento importante per lui, ma all’epoca non la prese bene. All’epoca allo United c’era Van Nistelrooy che era la stella, quello che segnava tutti i gol. Ronaldo aveva il pallone sulla fascia, cercava di dribblare mentre Ruud correva verso il centro dell’aera. Ronaldo non gliela passa e Ruud impazzisce, comincia a urlare ‘dovrebbe andare al circo, non essere in campo a giocare a pallone’ e se ne va dal campo di allenamento. Ronaldo era triste e arrabbiato: ‘perchè mi dice così?
Lezione imparata
I rimproveri di Van Nistelrooy non scalfirono le convinzioni del giovane Ronaldo, ma anzi lo spronarono a tirar fuori il meglio di sè per dimostrare all’olandese e a tutti di essere il migliore:
Aveva 18 o 19 anni, altri ragazzi avrebbero subito il contraccolpo e avrebbero perso fiducia in se stessi. Altri avrebbero continuato a fare le stesse cose, ma Ronaldo sapeva che in fondo Ruud poteva avere ragione e quindi da quel momento in poi a diventare importanti per lui sono state le statistiche, i gol. Le cose che lo avrebbero reso il migliore al mondo. Noi lo prendevamo in giro e gli dicevamo ‘guarda che non sei tu il vero numero 7 qui, hai davanti Best e Beckham’. E si vedeva che lui pensava ‘bene, come posso superarli?’.
The best
La ricerca continua della perfezione, quella voglia innata di migliorarsi sempre ha reso Cristiano Ronaldo il migliore, parola di Rio Ferdinand:
Per quello che riguarda il suo modo di pensare, non conosco un calciatore più forte, determinato, quasi ossessionato di lui. Sono stato fortunato a vederlo crescere, da ragazzino a uomo, mentre ci metteva tutto in allenamento. Era assolutamente ossessionato dalla vittoria, voleva vincere le partitelle e segnare sempre l’ultimo gol. Quando andavamo a qualche premio, gli chiedevano ‘chi è il migliore di sempre?’. E lui rispondeva ‘io’. Ha un ego importante, una natura ossessiva e parecchio orgoglio. Ma è arrivato a Manchester che era un ragazzino e se n’è andato che era il migliore al mondo.