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Diavolo in me

Milan, De Ketelaere è davvero un rimpianto?

Il belga si è conquistato Bergamo a suon di gol e giocate, ma al Milan non avrebbe fatto così bene.

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Charles De Ketelaere è stato acquistato dal Milan nell’estate 2022 per l’importante cifra di 35 milioni di euro tra l’entusiasmo dei tifosi. Probabilmente più per il prezzo che per il giocatore in sé.

Purtroppo quando c’è una tale euforia, le probabilità che le cose non vadano secondo i piani sono molto elevate. Soprattutto se parliamo di un calciatore giovane alla sua prima esperienza lontana da casa.
In realtà l’inizio è anche confortante.

Il belga non riesce a sbloccarsi, ma conquista subito l’approvazione dei tifosi a suon di buone prestazioni condite anche da un assist.

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Con il passare del tempo rimane inalterato l’entusiasmo della tifoseria, a calare drasticamente è il rendimento di De Ketelaere che giornata dopo giornata finisce sempre più ai margini della squadra.

Nella seconda parte dell’anno Pioli gli preferisce sempre Brahim Diaz.
La stagione termina senza aver mai trovato la via del gol, diventando addirittura l’uomo copertina del mercato “fallimentare” di Maldini fino ad essere ceduto all’Atalanta dalla nuova dirigenza. La formula è interessante:

3 milioni di prestito oneroso, diritto di riscatto fissato a 23 milioni, 4 milioni di bonus e 10% dei ricavi su un’eventuale rivendita futura. Condizioni molto favorevoli al Milan che rendono il riscatto sulla carta difficile, a meno che il giovane talento belga sbocci definitivamente.

Abbiamo superato da poco la metà della stagione sportiva e De Keteleaere è diventato titolare inamovibile dell’Atalanta con all’attivo 27 presenze, 9 gol e 7 assist in tutte le competizioni.

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Tutta un’altra storia rispetto a quando giocava al Milan, ma a cosa è dovuta questa inversione di rotta?

Al Milan avrebbe avuto questo tipo di crescita? Tutte domande molto belle, ma a cui è complicato rispondere.


Il denominatore comune di questi anni dell’Atalanta di Gasperini è quello di riuscire a far rendere molto bene la parte preponderante dei calciatori, soprattutto quelli offensivi.

Giocatori come Ilicic, Muriel o il Papu Gomez ne sono un esempio lampante. Giocatori di buon livello che sotto l’ala di Gasperini hanno toccato dei picchi importantissimi. Così sta succedendo anche con De Ketelaere.

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Io sono dell’idea che il ragazzo abbia sempre avuto un potenziale tecnico importante. La differenza principale è dovuta alle pressioni, certamente molto meno importanti a Bergamo rispetto che a Milano.

Il Milan è un club in cui se a fine anno non si vince niente, si parla di stagione fallimentare. All’Atalanta se arrivi in Champions League fai un miracolo.

Il punto sta tutto qua.
Probabilmente se fosse rimasto al Milan sarebbe cresciuto, ma non in modo così esponenziale.

Anche altri giocatori ci hanno un messo un po’ ad ingranare, come Leao e Tonali, ma già nelle annate precedenti avevano fatto vedere qualcosa, CDK invece quasi niente. Forse ad oggi gli manca ancora la personalità adeguata per fare la differenza in una big.

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A volte non è colpa di nessuno. I momenti fanno la differenza. Per il bene del Milan e del De Ketelaere era giusto separarsi.

Il ragazzo è cresciuto, il Milan è andato oltre e se a giugno arriverà l’ormai probabile riscatto, i rossoneri potranno utilizzare quelle risorse per rinforzare ulteriormente la squadra.

Poi chi lo sa, magari in futuro le strade si incontreranno di nuovo, quando sarà il momento giusto.

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