Diavolo in me
Taiwo e gli altri: che fine hanno fatto le meteore del Milan?
Il terzino nigeriano non è l’unico ad aver vestito la maglia rossonera senza aver lasciato traccia: ricordi gli altri?
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11 mesi agoon
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RedazioneRicordi Taiwo? Meteora nel Milan, del suo passaggio in Serie A di fatto non rimane traccia: il terzino nigeriano è ormai sparito dai radar del grande calcio e nessuno sembra rimpiangerlo… Ecco che fine ha fatto…
Taiwo: una meteora rossonera
Approdato al Milan a parametro zero dopo la lunga militanza tra le file dell’OlympiqueMarsiglia, Taye Taiwo doveva essere uno di quei colpi di genio che hanno reso celebre il Condor Galliani, ma i fatti hanno impietosamente dimostrato il contrario: l’avventura rossonera del terzino nigeriano si rivelò un autentico fiasco e durò il breve spazio di sei mesi… Archiviata la fugace parentesi rossonera, per Taiwo comincia un lungo peregrinare tra Europa e Stati Uniti, che lo porta infine in Finlandia: approdato nel gennaio scorso al Salon Palloilijat, dopo soli sei mesi, il terzino nigeriano si ritrova svincolato e di nuovo alla ricerca di una squadra, ma chi sarà disposto a concedergli un’altra chance?
Didac Vilà
Era arrivato come il terzino del futuro nel gennaio 2011, ma la verità è che lontano dalla sua Barcellona Didac Vilà proprio non riesce a stare: sei mesi al MIlan prima del ritorno all’Espanyol, quindi le avventure con Betis Siviglia, Eibar, Aek Atene prima del ritorno, nel 2017, a casa. Oggi, a quasi 33 anni si ritrova svincolato dopo quasi 200 partite con la maglia dei Periquitos.
Nnamdi Oduamedi
Nigeriano, classe 1990, Oduamedi arrivò al Milan nel lontano 2010: una sola presenza in prima squadra (che però gli bastò per fregiarsi del titolo di Campione d’Italia) e poi una sfilza infinita di prestiti. Torino, Varese, Brescia e ancora Varese, Crotone, Latina e una comparata in Finandia, tra le fila dell’Helsingin Jalkapalloklubi. Quindi, nel 2018, la fine del legame con il Milan, la partenza per l’Albania(una sola stagione con il Tirana), prima di un brutto infortunio e la decisione di rientrare in Italia e dedicarsi al calcio non professionistico: sei mesi in serie D a Crema prima dell’ultima esperienza in Eccellenza, con il Colleferro.
Sokratis Papastathopoulos
Di meteoria si tratta, ma solo in rossonero,perché altrove il Papa si è consacrato come uno dei migliori difensori d’Europa. Ceduto troppo frettolosamente dal Milan nel 2011, il centrale greco ha saputo rimboccarsi le maniche e scalare i vertici del calcio: dopo due anni al Werder Brema, rieccolo al Borussia Dortmunda giocarsi una finale di Champions da titolatissimo, prima con Klopp e poi con Tuchel. Nel 2018 quindi la chiamata dell’Arsenal: due anni e mezzo a Londra prima del richiamo della sua Grecia, dove gioca tuttora -a 34 anni- con la maglia dell’Olympiakos.
Rodney Strasser
Pensi a Strasser e la mente torna al 6 gennaio 2011 quando, in piena emergenza a Cagliari,Massimiliano Allegri pescò dal mazzo il jolly Scudetto. Un gol del giovanissimo calciatore della Sierra Leone consentì infatti ai rossoneri dilaurearsi Campioni d’Inverno e veleggiare verso il 18esimo Scudetto. Classe 1990, dopo il gol scudetto Strasser si perse in una girandola di prestiti: Lecce, Parma, poi Reggina senza però sfondare. Un’altra chance gliela diede il Genoa di Enrico Preziosi, ma neanche l’aria di mare (né il successivo prestito al Livorno) servì per farlo rinascere. Qualche mese in Lega Pro con la Lupa Castelli Romani nel 2015 e poi le avventure fra Croazia (NK Zagabria) e Portogallo (Gil Vicente) prima della discesa in serie D al Villafranca e un’ultima esperienza all’estero, in Finlandia, con il TPS. Oggi Strasser gioca nel Cattolica, in serie D.
Harvey Esajas
Commovente la storia di Harvey Esajas, amico fraterno di Clarence Seedorf che, messo fuori causa da un brutto infortunio in giovane età, fu costretto a lasciare il calcio e lavare piatti nei grandi alberghi per sbarcare il lunario. Poi, nel 2004, la chiamata dell’amico Clarence e l’opportunità di ricominciare con la maglia del Milan: Esajas si allena a Milanello per 11 mesi, smaltisce buona parte dei 115 kg e torna in campo, tra le lacrime, per gli ultimi 3 minuti di una gara di Coppa Italia contro il Palermo. Sembra l’alba di una nuova vita, ma è solo unfuoco di paglia: l’anno dopo qualche spezzone di partita in serie C2 col Legnano, prima di un passaggio (a vuoto) nel Lecco. Nel 2006 il suo secondo e definitivo ritiro: oggi è tornato a lavorare nei ristoranti, come cuoco. Ma con il grande ricordo di aver giocato una notte a San Siro con la maglia del Milan…
Alexander Merkel
Tra tutti i nomi sopra citati sembrava di gran lunga il più talentuoso: viene da chiedersi allora cosa abbia frenato l’esplosione del centrocampista kazako (ma di origine tedesca) che agli esordi sembrava davvero un astro nascente della galassia rossonera. Il solito passaggio al Genoa (in quegli anni molti rossoneri erano soliti farsi le ossa a Marassi) non ha dato gli effetti sperati: nel 2013 i rossoblù lo girarono all’Udinese, che a sua volta l’anno dopo lo girò al Watford. Poi un prestito allo Zurigo, prima dell’approdo al Bochum, serie B tedesca. Da qui il passaggio in Austria all’Admira, prima di un biennio in Olanda (Heracles Almelo), una stagione in Arabia Saudita, prima di ritrovarlo nell’ultima stagione in Turchia, con il Gaziantep. Praticamente, negli ultimi anni Merkel ha cambiato più squadre che maglie della salute…
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