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Lo strillo di Borzillo – Scusi, chi ha fatto palo?
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6 anni agoon
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RedazioneC’è una nebbia terrificante a Milano, è Sant’Ambrogio e Juventus-Inter si gioca di venerdì. Che, numeri e cabala alla mano, l’ultima sconfitta bianconera di venerdì fu proprio contro l’Inter del triplete nel 2010, due a zero e tutti a casa. Avviciniamoci alle 20.30 così, con nonchalance, che tanto sappiamo già tutti come finisce; loro, attualmente, sono due spanne avanti a noi. Quindi cosa potrà mai capitarci di tanto brutto che già non sappiamo?
Cenare guardando la partita non è salutare, poi magari mi va di traverso un boccone o, probabile, parte qualche improperio non adatto ai bimbi; oltretutto lo stomaco non gradisce una lasagna a sette strati, quindi patate lesse e pollo compongono il binomio vincente. E patate e pollo siano. Costringendo il mondo circostante a sedersi a tavola ad ore che nemmeno a medicina generale; manca la camomilla dopo cena poi siamo a posto.
Ci si sposta davanti allo schermo, con la serenità di tanto cosa cazzo me ne frega parto sconfitto. Pronti via, si parte. Ecco, penso, adesso ci mettono in area e ci fanno un culo a strisce. Al contrario l’Inter gioca; gioca pure un buon calcio, mentre gli altri filosofeggiano pensando probabilmente di poter vincere o stravincere col minimo sforzo. Minimo sforzo qua, minimo sforzo là, la truppa Spalletti controlla piuttosto agevolmente l’avversaria di turno e Handanovic para il parabile, anche perché di imparabile dalle sue parti non arriva assolutamente nulla. I nerazzurri corrono, pressano con intelligenza, chiudono bene gli spazi e, di fatto, impongono agli avversari tempi e ritmi di gioco. Cristiano salta una volta Skriniar; sarà la prima ed unica in tutta la partita, annullato dal giovanotto slovacco con la tranquillità di un Samuel qualunque. Ecco, detto per inciso, questo ragazzotto qui, nonostante il nome di battesimo strida col credo calcistico dei nostri colori, sarebbe meglio evitare di cederlo; per qualunque cifra, che anche se ti danno tanto poi magari finisci per prendere Pippon de Pipponis e ti martelli i maroni.
La partita, senza nemmeno troppi sussulti, attacchi di tachicardia parossistica, problemi digestivi, prosegue sempre controllata dall’Inter che sfiora pure il vantaggio con Gagliardini, capace di centrare il palo a porta vuota da cinque metri; è il calcio, mi dicono, mentre elenco una lunga serie di personaggi a cui associo termini poco musicali. Va beh, sarà pure il calcio, ma un po’ di culo noi mai? E non finisce la storia; dopo un minuto Icardi e Perisic pensano bene di ostacolarsi, per la verità è il primo ad ostacolare il secondo, e si butta alle ortiche (vorrei dire nel cesso ma pare brutto) l’ennesima occasione. Altro minuto e rischiamo di prendere gol, il massimo della beffa, evitato solo e soltanto dal solito, grande, immenso Brozovic, l’unico centrocampista di livello mondiale che possiamo schierare; infatti la sua autonomia inizia ad essere intorno ai sessanta/settanta minuti, visto quanto e come corre partita dopo partita.
Si va negli spogliatoi a reti bianche, con la certezza non solo di aver giocato bene e controllato la gara senza particolari spaventi ma, soprattutto, di aver costruito situazioni pericolose ben più dei nostri blasonati avversari, apparsi balbettanti e timorosi ben oltre le più rosee aspettative.
Si rientra in campo, ovviamente la squadra non si tocca; e cosa vuoi toccare dopo quarantacinque minuti giocati in maniera tanto convincente? L’Inter è in totale controllo, la Juventus fa poco, assai poco, ed il secondo tempo assomiglia al primo; loro provano a spingere con maggior vigoria, noi difendiamo serenamente, se si eccettua il solito pasticcio di Miranda, devi metterne in preventivo uno a partita, a momenti sfruttato dai bianconeri. Che si, per carità, va benissimo giocare la palla sempre e comunque; ma qualche volta ‘sta palla va buttata in tribuna come soleva fare il miglior Klaus Bachlechner, e checcazzo. L’Inter reagisce, si mangia l’ennesima occasione enorme, stavolta è Politano che sbaglia controllo e tiro a sei o sette metri dalla porta, non di più.
Spalletti decide di cambiare; e, dal MIO punto di vista, sia chiaro, sbaglia; pure di brutto. Fuori Matteo, che non sarà George Best ma, è un dato di fatto, fino al minuto 56 Cancelo non aveva combinato niente, e per niente intendo niente, dentro Borja, spostando a destra Joao Mario, mai stato brillante per grinta, corsa e determinazione. Sarà un caso, sarà la sfiga, sarà l’universo che ce l’ha con noi, sarà che a Natale i regali vanno fatti a tutti, anche al compagno di scuola che non ti sta particolarmente simpatico, Cancelo inizia a spingere con maggior convinzione e Joao Mario non lo tiene, anche se il gol arriva su una dormita della difesa; palla all’esterno portoghese, mentre noi discutiamo se il fallo fischiato fosse giusto o meno, che si trova una prateria davanti (Vrsaljko era a fare un giretto, Torino non l’aveva mai vista), pallone velenoso in mezzo sul secondo palo (per ME, ma per ME, Samir avrebbe potuto provare ad uscire invece di rinculare), Asamoah – brutta partita la sua – si perde Mandzukic che lo sovrasta e da zero metri la mette.
Gol forse neanche tanto meritato, ma gol. Loro lo hanno fatto, noi ce ne siamo mangiati perlomeno tre, di cui due colossali.
Accusiamo decisamente il colpo, siamo sfilacciati e l’ordine che ci aveva accompagnato fino al minuto 56 è soltanto un ricordo; non riusciamo a costruire più una azione che sia una. Altra sostituzione, Keita costretto a destra – ruolo non suo e che non conosce – in luogo di Gagliardini. Cambia zero, di Keita ricordo un tiro messo in calcio d’angolo da Chiellini, stop. Sette minuti dopo è il turno di Lautaro, che se inizia la partita è devastante, se subentra sembra la brutta copia di Diego Forlan senza boccoli; venti minuti di nulla, eppure ha grandi numeri. Forse il dover dare tutto in poco tempo non appartiene al suo carattere.
Per farla breve, sarà pure che Politano non è George Best, ma dal minuto 56, sostituzione decisa da Spalletti, l’Inter ha collezionato ZERO tiri in porta, ZERO occasioni da gol, ZERO gioco. Sicuramente, anche se il ragazzo fosse rimasto in campo, avremmo perso nove a zero. Ma i fatti raccontano una partita diversa, una squadra compatta e tosta che ha perso, in un attimo, tranquillità e certezze. Che volete, sarà colpa mia. O delle congiunzioni astrali. O degli alieni. Decidete pure Voi.
Finisce la partita, perdiamo ma viva l’Inter sempre e comunque; ed io mi sento come Fantozzi che si arrampica sul muro e domanda: scusi, chi ha fatto palo?
Ad Maiora.