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Meteore del calcio – Athirson, il terzino sinistro che la Juventus preferì a Roberto Carlos
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11 anni agoon
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RedazioneLa seconda metà degli anni ’90, in Italia, fu caratterizzata da un vero e proprio tormentone: la scellerata decisione dell’Inter di privarsi di uno dei terzini sinistri brasiliani più forti di tutti i tempi, Roberto Carlos, a vantaggio di Alessandro Pistone. I nerazzurri vengono di tanto in tanto sbeffeggiati ancora oggi, soprattutto dai rivali più acerrimi, tra i quali ovviamente spiccano i tifosi della Juventus. Anche per questo motivo tra il 2000 e il 2001 il popolo bianconero andò in solluchero quando seppe dell’arrivo di colui che del nazionale verdeoro era universalmente considerato l’erede: Athirson.
Nato a Rio De Janeiro il 16 gennaio del 1977, Athirson Mazzolli de Oliveira era uno di quei (non moltissimi) brasiliani ad essersi affacciato nel grande calcio partendo da una situazione familiare tutt’altro che complicata, con un padre ex militare, la madre infermiera e quattro fratelli tutti periti informatici. Cresciuto nel Flamengo, esplose nel Santos dove conquistò la maglia delle selezioni giovanili brasiliane e poi, tornato in rossonero nel 1999-2000, dissipò gli ultimi dubbi con una stagione da 10 reti in campionato.
Alla leggenda bianconera Omar Sivori non sfuggì questo brasiliano che divorava la corsia mancina ad ampie falcate e andava in rete con irrisoria facilità. Luciano Moggi si innamorò di lui e in una sola settimana trovò un accordo. Era il febbraio del 2000. Il ‘Mengao’ però alzò le barricate: troppo dura la separazione da un giocatore formidabile come lui. A Torino dovettero quindi aspettare che il contratto del giocatore si estinguesse nel gennaio del 2001. A quel punto il Flamengo si appellò a un precedente accordo con il procuratore e fece di tutto per bloccare l’operazione che, finalmente, dopo un eterno tira e molla, andò in porto a febbraio.
L’esordio in prima squadra (in una Juventus che voleva dimenticare in fretta la delusione del pantano di Perugia che l’estate precedente aveva consegnato uno scudetto già vinto alla Lazio) avvenne il primo aprile 2001. E somigliò molto al proverbiale pesce. Athirson entrò in campo al posto di Zidane a un quarto d’ora dalla fine di Juventus-Brescia. Madama stava vincendo 1-0. Pochi minuti dopo una bandiera juventina passata e una futura (Pirlo e Baggio) confezionarono il pareggio delle Rondinelle, che sarebbe stato pesantissimo a fine anno (con lo scudetto alla Roma).
Da quel momento fu solo oblio: Ancelotti gli concesse solo qualche spezzone di partita (contro Lecce, Fiorentina, Perugia e Atalanta) e il brasiliano non incise mai. Moggi però ci credeva ancora e, consumatosi il ritorno del totem Lippi nell’estate successiva, allontanò l’idea di provare ad acquistare proprio Roberto Carlos (!) e puntò forte sul suo supposto erede, rifiutando anche i miliardi del Celta Vigo.
Come non detto: il viareggino non lo prese mai in considerazione, tanto da preferirgli il meno celebrato e più esperto Michele Paramatti. Esasperata, la Vecchia Signora lo rispedì al Flamengo nel gennaio del 2002 per poi rescindere il contratto nell’ottobre del 2003, con tanto di penale da 2,3 milioni di euro.
In seguito Athirson avrebbe anche vestito maglie blasonate (Cruzeiro e Botafogo in Brasile, Bayer Leverkusen in Germania), per poi finire alla Portuguesa di San Paolo e concludere la carriera nel 2011, a 34 anni, nel Duque de Caxias senza nemmeno vedere mai il campo. Nel frattempo Roberto Carlos, di quattro anni più vecchio, ancora diceva la sua nel Corinthians.
Terminò quindi senza ulteriori botti la carriera di uno dei tanti presunti Roberto Carlos che gli anni 2000 ci ha regalato, non senza un episodio che suo malgrado lo rese indimenticabile a Torino: il caso ‘Viva Lain’. Anche il suo nome, infatti, comparve nella lista stilata dagli inquirenti sul caso del centro di massaggiatrici a luci rosse per vip esploso nel capoluogo piemontese. Forse l’unico episodio che rese Athirson un vip del calcio italiano…
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