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Milan-Crotone 2-1, il commento dei Non Evoluti – E’ il Milan della pazienza, ma qual è il vero De Sciglio?
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8 anni agoon
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RedazioneSono altri tre preziosissimi punti quelli che il Milan di Vincenzo Montella ha conquistato nella giornata odierna contro il Crotone, tre punti pesantissimi conquistati sì per il rotto della cuffia, ma anche frutto di una determinazione che forse, noi tifosi rossoneri, avevamo anche dimenticato nelle ultime stagioni. Non è certamente stato un Milan entusiasmante sotto l’aspetto del gioco, tutt’altro. La squadra ha dei limiti e del resto la cosa è assolutamente normale data l’età media di questo gruppo.
Come molti dopo ogni partita del Milan non mi dispiace andare a leggere sui social le reazioni di altri tifosi milanisti, fortunatamente molti hanno capito cosa ci troviamo davanti. Un cantiere. Termine spesso abusato nelle scorse stagioni ma più che mai azzeccato per ciò che stiamo vivendo oggi. Non mancano ovviamente le voci fuori dal coro, chi, forse anche giustamente, ricorda il fatto che stiamo parlando del Milan, non di un qualsiasi altro club, che sia quindi lecito aspettarsi vittorie convincenti e, perchè no, schiaccianti.
Personalmente non sono di questo avviso, trovo inutile riempirsi la bocca di parole come “giovani” o meglio ancora “progetto” per poi pretendere risultati nell’immediato, purtroppo questo sport, come del resto nessun altro, non funziona in questo modo, non basta avere un nome ricco di storia e blasone per poter vincere le partite. La società oggi uscente lascerà a chi verrà un patrimonio tecnico interessante, un patrimonio di grande potenziale che sicuramente andrà rafforzato ma è chiaro che questa sia una possibile base credibile dalla quale poter ripartire.
Va tuttavia precisato un dato di fatto, ciò che questa società lascia alla nuova non è frutto di programmazione e idee nonostante qualche intelligente investimento nel settore giovanile. In ciò che abbiamo oggi c’è molto coraggio di chi al Milan ha occupato il ruolo di allenatore in questa stagione ed in quella passata ma anche della casualità, episodi che hanno portato ad optare per determinate scelte.
Nella gara contro il Crotone non ha certamente brillato la stella di Locatelli, nelle difficoltà non può certamente essere un promettente ragazzo di diciotto anni a caricarsi sulle spalle la squadra, apprezzabile sotto questo aspetto l’atteggiamento dello spesso bistrattato Ignazio Abate. Sottotono Niang, risentito fra le altre cose dei fischi di San Siro, l’attaccante rossonero non sembra attraversare un periodo di forma eccellente, cose normale nel corso di una stagione dopotutto, un paio di prestazioni non entusiasmanti non devono però cancellare ciò che di buono Niang ha saputo fare fino ad oggi.
La vera nota negativa resta tuttavia De Sciglio. Se nel caso di Locatelli possiamo tranquillamente parlare di emozione, di qualche timore che a quell’età ancora puoi permetterti per poi imparare ad affrontarlo e superarlo, resta sconcertante la prestazione di un terzino alla quinta stagione in Serie A e dalla reputazione internazionale. Il ragazzo appare spesso, troppo spesso, spento, privo di energie, senza quella reattività che ci si dovrebbe aspettare da chi, seppur ancora molto giovane, dovrebbe far maggiormente sentire il proprio contributo anche agli occhi dei compagni più giovani, poco avvezzi a situazioni complicate come quella vissuta contro il Crotone.
De Sciglio in casa Milan paga l’essere cresciuto in un ambiente che nelle ultime stagioni ha visto sparire i grandi campioni del recente passato, quei campioni in grado di trasmettere la giusta serenità ai giovani, ma al tempo stesso ha mantenuto obiettivi assolutamente fantasiosi e fuori da ogni logica per il tipo di rosa a disposizione. La domanda tuttavia sorge spontanea, chi è il vero Mattia De Sciglio? Quello del 2012? Quello visto in Nazionale agli ultimi europei? O quello che spesso vediamo in questo Milan? Prestazione in chiaro scuro per Sosa, dal quale sarebbe lecito anche per ragioni anagrafiche aspettarsi di più, buona la prova con gol di Pasalic.
La nota più positiva non solo di giornata, ma anche di questo scorcio di stagione, è indubbiamente Gianluca Lapadula. L’attaccante arrivato dal Pescara dopo ben trentuno gol nel campionato cadetto destava più di una perplessità e anche qualche ironia fuori luogo in molti tifosi rossoneri e non. Carlos Bacca resta un attaccante di livello continentale, ma Lapadula ogni Domenica mette in campo uno spirito ed una determinazione che nessuno nella rosa del Milan sembra possedere.
La parola d’ordine per questo Milan rimane “pazienza”, dopo annate negative nelle quali si costruivano squadre fatte male nella speranza di rilanciare qualche over 30 dal grande passato finalmente si è passati (seppur in via quasi casuale come già accennato) ad un progetto decisamente più logico, serio e concreto, ricordiamoci inoltre che, ed è la storia del calcio italiano a dircelo, difficilmente Lazio, Roma o Napoli, sono società capaci di imporsi se non nel ruolo di antagoniste per un numero limitato di anni.
Aspettiamo con pazienza il ritorno ai vertici del calcio meneghino, e, nonostante una prestazione oggi poco convincente, non dimentichiamo mai che per una squadra l’autostima passa anche la conquista dei tre punti in situazioni di difficoltà spesso inaspettata.
Matteo Carminati
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