Berlusconi chiama Pippo e lo ‘rincuora’: “Ti giochi tutto a Firenze”

Sarà una settimana di fuoco, l’ennesima, quella che si appresta a vivere Pippo Inzaghi. E sarà forse l‘ultima (ma questa volta per davvero) sulla panchina rossonera: il tecnico piacentino ha infatti incassato la fiducia a tempo della proprietà, divisa su come agire nelle ore immediatamente successive al pareggio-beffa ottenuto contro il Verona.



Se infatti da un lato Silvio Berlusconi aveva già deciso per l’esonero della gloria rossonera, dall’altro Adriano Galliani ha lavorato di cesello e pazienza per calmare i nervi del presidente e convincerlo a concedere un’ultima chance al suo pupillo: Inzaghi si giocherà quindi il tutto per tutto lunedì prossimo al Franchi contro la Fiorentina di Vincenzo Montella.



Una prova del fuoco, che però Pippo affronterà con la ‘spensieratezza’ (passateci il termine) di chi ormai non ha più nulla da perdere, visto che le già residue possibilità di conquistare un piazzamento europeo sono di fatte tramontate con l’ultimo turno di campionato e i due punti gettati al vento in quel di San Siro.



Ecco perchè Inzaghi è tranquillo, sicuro che -con una buona prestazione sul campo– potrebbe anche salvare la sua panchina traballante più che mai nelle ultime ore, anche a dispetto di un’eventuale sconfitta. Del resto, lo stesso Berlusconi ha chiamato oggi il tecnico provando a rincuorarlo e spiegandogli che al suo Milan -oltre che i risultati- serve anche un po’ più di coraggio. E lo si è visto anche dal cambio Bocchetti-Pazzini che ha fatto imbufalire il presidente e sdegnare i tifosi.



Insomma, Berlusconi e Galliani vorrebbero fare di tutto per non esonerare Inzaghi e cambiare la guida tecnica a fine stagione, risparmiando così una ‘figuraccia’ ad una delle più importanti bandiere rossonere degli ultimi anni ed evitanto di dare adito ad un caso Seedorf-bis: la storia tra Superpippo e il Milan finirà il 30 giugno, ma in maniera naturale seguendo il corso degli eventi e dei risultati (deludenti) di questa stagione.



Certo è però che se a Firenze arrivasse un’umiliazione calcistica, allora le cose potrebbero anche cambiare. Un’altra volta…