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Chievo – Milan vista dal Non Evoluto: ecco le chiavi tattiche del match!
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8 anni agoon
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RedazioneSiamo solo ad inizio stagione ma già la sfida di domenica sera al Bentegodi potrebbe rappresentare un primo punto di svolta per il Milan.
La squadra rossonera, fin qui protagonista di un ottimo avvio di campionato, a sei giorni dalla proibitiva sfida con la Juventus, ha contro il Chievo la possibilità di incamerare non solo altri tre preziosissimi punti ma anche quelle certezze che solo con la continuità nei risultati possono essere date ad una squadra di calcio.
Chievo-Milan è una sfida che rievoca piacevoli ricordi per i tifosi del Diavolo, nell’autunno del 2009 indimenticabile la vittoria ottenuta a tempo quasi scaduto grazie alla rete di Alessandro Nesta, doppietta per lui quella sera, rete arrivata pochissimi minuti dopo un incredibile intervento di Nelson Dida. Era il Milan di Leonardo, il Milan del “4-2-Fantasia”, una squadra che terminò la stagione al terzo posto ma che solo grazie a quella vittoria ottenuta a Verona seppe intraprendere la giusta direzione dopo uno stentatissimo avvio che, alla vigilia di Milan-Roma solo una settimana prima, vedeva la compagine rossonera addirittura in zona retrocessione e accompagnata da un totale pessimismo da parte dei propri tifosi. La vittoria in rimonta sulla stessa Roma a San Siro, l’impresa al Santiago Bernabeu contro il Real Madrid di Kakà sconfitto per 3-2 e proprio l’incredibile vittoria di Verona diedero a quel Milan la giusta consapevolezza per poter dare la giusta svolta alla stagione. Certo, parliamo di un altro Milan, un Milan che poteva contare su un reparto offensivo a dir poco atomico con Seedorf a supporto di Borriello e sulle fasce Pato e Ronaldinho, un Milan con la regia di Pirlo e con Thiago Silva al centro della difesa al fianco di Alessandro Nesta. Situazioni diverse, squadre diverse anche se tuttavia le dinamiche all’interno di una stagione non sono mai così differenti le une dalle altre. il Milan di Montella è una squadra come tutti sappiamo molto giovane, con obiettivi diversi dal Milan che fu di Leonardo in quella stagione, in comune vi è l’intento da parte di entrambi, seppur con interpreti diversi, di dare alla squadra un’identità di gioco, un’identità da coltivare negli anni. Leonardo fu esonerato al termine di quella stagione, a Vincenzo Montella si augura un futuro diverso. Il materiale tecnico a disposizione dell’allenatore campano non è lontanamente paragonabile a quello di cui disponeva Leonardo nella stagione 2009/2010, tuttavia sarebbe sbagliato ragionare solo di pancia e non riconoscere che questa squadra, oltre ad avere in alcuni suoi elementi del potenziale interessante, può dirsi pronta per un piazzamento fra il quarto ed il sesto posto.
A Verona il Milan potrebbe schierarsi con questa formazione: Donnarumma; Abate, Paletta, Romagnoli, De Sciglio; Kucka, Locatelli, Bonaventura; Suso, Lapadula, Niang.
Sorprendono, ma fino ad un certo punto, il debutto dal primo minuto di Manuel Locatelli, , in gol nella roccambolesca sfida vinta per 4-3 a Milano contro il Sassuolo, e l’esclusione di Carlos Bacca.
Partiamo da Locatelli, innanzitutto non dimentichiamoci mai una cosa fondamentale, stiamo parlando di un giovanissimo prospetto nato nel 1998, un ragazzo appena diciottenne il quale avrebbe beneficiato della presenza di Riccardo Montolivo, di certo non per le sue improvvise verticalizzazioni o per la sua fulminea rapidità, ma quantomeno, con il capitano a disposizione, Vincenzo Montella avrebbe potuto optare per un graduale inserimento del giovane regista in quello che sarebbe stato il futuro undici titolare del Milan. Si scherza sul rendimento non sempre adeguato di Montolivo, tuttavia parliamo di un ragazzo di trentuno anni, un giocatore esperto e con le spalle larghe, uno che i fischi li prende senza fare una piega e, ad oggi, meglio a lui che non ad un ragazzo giovane che difficilmente potrebbe reggere a determinate contestazioni che già sappiamo a San Siro sono sempre dietro l’angolo, indipendentemente dalla carta d’identità del giocatore in oggetto.
Necessario il lancio dal primo minuto già domenica di Locatelli, Mati Fernandez ancora indisponibile, sarebbe una forzatura, lo stesso dicasi per Sosa, testato nel ruolo nel corso dell’estate senza convincere fino in fondo, il tutto senza citare l’esperimento del passaggio ad un improbabile 4-4-2 visto nello scialbo primo tempo di Milan-Sassuolo.
Scelta in buona parte obbligata ma anche coraggiosa, non do per scontato il suo impiego, non è da escludere che venga giocata all’ultimo la carta Sosa, resta il fatto che per il diciottenne regista nativo di Lecco potrebbe trattarsi di un delicatissimo debutto in una sfida che, a dispetto di quanto molti potrebbero pensare, già può essere cruciale per la stagione milanista.
Non così sbagliata nemmeno l’esclusione di Carlos Bacca, reduce dall’impegno con la sua nazionale con conseguente viaggio di andata e ritorno in Sud America. Dal primo minuto potrebbe essere nuovamente impiegato Lapadula, giocatore sul quale lo stesso tifo rossonero si è lasciato andare a qualche ironia dati i problemi fisici estivi e la prestazione in chiaro scuro vista in quel di Genova contro la Sampdoria. Sfido tuttavia chiunque a indicarmi un giocatore negli ultimi anni entrato in campo con un atteggiamento tanto propositivo. Stiamo parlando di un ragazzo che, dopo una lunga gavetta e valanghe di gol fra Lega pro e Serie B ha finalmente, a 26 anni, la grande chance in una società prestigiosa come il Milan. Doveroso che questo giocatore senta la massima fiducia da parte non solo dello staff tecnico ma anche da parte dei suoi sostenitori. Non scordiamoci mai una cosa, il calcio è purtroppo o per fortuna molto cambiato, i social network hanno abbattuto ogni barriera fra le stelle del pallone ed i tifosi, i calciatori sono ragazzi o comunque giovani uomini, non sono entità astratte, come tutti noi somatizzano ognuno a proprio modo una critica, un elogio, un insulto, una squadra non vive isolata dal mondo esterno allo spogliatoio, percezioni, stati d’animo, sentimenti negativi sono tutte cose che un gruppo recepisce ed assorbe, immaginiamo quindi un giocatore alla sua prima grande esperienza.
Per quanto riguarda il pacchetto arretrato la coppia formata da Romagnoli e Paletta sembra essere ormai una certezza. Da dimenticare la fase di non posesso generale vista per buona parte di gara contro il Sassuolo ma non scordiamoci che la difesa milanista era imbattuta da tre partite, dopo la vittoria a Marassi contro la Sampdoria il Milan batte la Lazio, diretta rivale per un piazzamento in Europa League, per 2-0 a San Siro e pareggia per 0-0 contro un’altra diretta concorrente, la Fiorentina.
Può destare qualche dubbio la scelta degli esterni difensivi. Abate, non è un mistero ma piuttosto una statistica che sarebbe divertente verificare, ha più stagioni all’attivo nel Milan che traversoni andati a buon fine in carriera, mentre Mattia De Sciglio ancora non riesce a dare nel Milan quella continuità di rendimento raggiunta invece con la maglia della nazionale italiana, tutto questo con un duttile Davide Calabria che in panchina scalpita.
La scelta del Mister è tuttavia coerente con quelle che certamente sono delle precise gerarchie, non è sbagliato affidarsi all’esperienza di Ignazio Abate il quale, dopo l’infortunio occorso a Riccardo Montolivo, eredita dal centrocampista bergamasco la fascia di capitano, mentre Mattia De Sciglio rimane un patrimonio della società sul quale sarebbe sbagliato gettare la spugna proprio in una stagione come questa, una stagione davvero transitoria a differenza degli ultimi drammatici campionati, sempre sportivamente parlando.
Aspettiamo con ansia le 20.45 di domenica sera, di certo come già precedentemente detto buona parte della nostra stagione potrebbe passare dal Bentegodi in attesa della Juventus sabato prossimo a Milano.
Matteo Carminati
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