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E adesso chiamatelo Ital-Milan: cinque ‘azzurrabili’ per il rilancio!
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10 anni agoon
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RedazioneIl ‘Made in Italy’ piace, eccome, dalle parti di Milanello. Tanto che cinque dei sei acquisti arrivati nel corso del mercato di gennaio si possono definire ‘azzurrabili’, nel senso che o già hanno vestito, oppure vestono stabilmente la maglia azzurra. Suso a parte infatti, i vari Antonelli, Bocchetti, Cerci, Destro e Paletta sono tutti giocatori già tenuti a battesimo dalla nazionale italiana: particolare non da poco, se si pensa che lo scorso giugno il patron Berlusconi parlava di un Milan “forte, giovane e sempre più italiano“.
Ed è forse proprio per questo motivo che il patron rossonero si è convinto a mettere mano anche al portafogli, avallando operazioni in qualche caso anche onerose (vedi Antonelli costato quasi 5 milioni e Destro, che in caso di riscatto costerà 16 milioni), in nome del ritrovato amore per l’italianità.
Una rosa sempre più italiana, dunque, che emula il modello juventino degli ultimi tempi: del resto, è proprio su un ‘blocco’ di giocatori italiani che la società bianconera ha basato la propria ricostruzione che ha poi fruttato gli ormai famosi tre scudetti consecutivi dell’era Conte. Ed è proprio da uno zoccolo duro di talenti italiani (i cinque già citati più i vari Bonaventura, Poli, Montolivo, Abate e le ‘incognite’ De Sciglio ed El Shaarawy) che il Milan intende ripartire per il graduale rilancio rossonero ormai rimandato necessariamente alla prossima stagione.
Basti pensare che, su una rosa che conta 31 giocatori, i rappresentanti del Belpaese sono ben 18, ossia più della metà. Una netta inversione di tendenza rispetto agli ultimi anni, dove l’esasperata ‘caccia al talento straniero’ ha portato -in fin dei conti- più danni che benefici al tasso tecnico della squadra.
Ecco perchè conviene ripartire dal ‘Made in Italy’ per ridare slancio al progetto rossonero: appurato che, nostro malgrado, i grandi campioni non vengono più a giocare in serie A se non a fine carriera, allora tantovale provare a valorizzare i talenti nostrani per rimettere in moto l’intero movimento calcistico. E se è vero che, spesso, l’esempio viene dalle grandi squadre, chissà che il Milan non possa -ancora una volta- fare scuola. Siamo sicuri che anche Conte ne sarebbe più che felice…
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