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Honda, l’effetto-sushi è finito: perchè non puntare tutto su Cerci?
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10 anni agoon
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Redazione19 ottobre 2014, praticamente una vita fa. A tanto bisogna risalire per ripescare l’ultima rete in serie A di Keisuke Honda, decisivo nelle prime sette giornate di campionato e poi -complice la sua partenza per la Coppa d’Asia- sparito letteralmente dai radar. Eppure, nonostante ciò, il giapponese sembra godere della fiducia incondizionata di Pippo Inzaghi, che in più occasioni ha dimostrato di preferire il suo numero 10 a qualsiasi altro tipo di soluzione.
E questo nonostante la scarsa condizione fisica del Samurai, che non vede la porta da ormai cinque mesi e non riesce neanche ad illuminare il gioco con qualche invenzione che era sua prerogativa nella prima parte di stagione. Una crisi davvero senza fine, quella di Honda, sottolineata anche dalle due sostituzioni consecutive che Inzaghi gli ha riservato contro Fiorentina e Cagliari: la sua involuzione è tale che sembra quasi di rivedere quel giocatore spaesato e fuori contesto visto nei sei mesi dello scorso anno con Clarence Seedorf.
Per un Honda in nettà difficoltà, c’è però un Cerci che -voluto fortissimamente da Inzaghi dopo un corteggiamento durato mesi- non riesce a vedere il campo se non nei minuti finali, spesso a risultato già deciso. Arrivato sotto Natale come il ‘botto’ della campagna acquisti rossonera, l’ex granata non gioca 90′ dallo scorso 7 febbraio, giorno della sfida contro la Juventus persa dai rossoneri per 3-1.
Da allora, complice anche un diverbio piuttosto acceso con Inzaghi, Cerci ha giocato solo spezzoni di gara, senza mai riuscire ad essere decisivo o trovare la via della rete. Un peccato, se si pensa che l’azzurro -con la sua velocità e il suo cambio di passo– potrebbe rappresentare l’arma in più nel modulo scelto da Pippo Inzaghi ad inizio stagione.
Basterebbe, forse, dare a Cerci la giusta fiducia e farlo sentire al centro di quel progetto che lui stesso ha scelto pochi mesi fa a dispetto delle diverse offerte ricevute dall’Atletico Madrid per il suo cartellino: il talento dell’ex granata, unito alla fantasia e alla concretezza di Menez, potrebbe davvero essere la ricetta giusta per risollevare il Milan da uno dei momenti più difficili della sua storia recente.
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