Quattro difensori, e poi? Inzaghi e i troppi cambiamenti di modulo…

D’accordo gli infortuni, passi per la rosa non certo attrezzata per grandi traguardi ma la sensazione è che -in questi primi mesi da allenatore del Milan- Filippo Inzaghi sia stato a lungo in balia di uno dei peggiori morbi che possa attanagliare un allenatore: la confusione. 



Cominciata la stagione con il 4-3-3 provato durante il corso dell’estate, con El Shaarawy e Honda esterni offensivi e Menez ‘falso centravanti’, il tecnico piacentino ha optato -dopo appena poche partite per un cambio in corsa che favorisse l’inserimento in formazione del Niño Torres. Spazio quindi al 4-2-3-1, durato però l’arco di qualche partita a causa delle evidenti difficoltà dello spagnolo, nonchè di una netta involuzione del potenziale offensivo della squadra. 



Per porre rimedio a questa situazione, Inzaghi le ha provate davvero tutte: prima un 4-4-1-1 rapido quanto inefficace, quindi il 4-3-1-2 con l’inserimento di Bonaventura trequartista che, se non altro, ha fruttato la vittoria nel corso dell’ultima gara di campionato contro il Cesena.  



Insomma, combinazioni di numeri che -difesa a parte- hanno visto i rossoneri cambiare pelle più e più volte nel corso di questa tormentata stagione, senza però trovare il conforto dei risultati. Meglio allora puntare con decisione su un solo assetto tattico e portare avanti le proprie idee con il dovuto piglio e la necessaria fermezza: Inzaghi sarà anche un tecnico giovane, ma adesso deve trovare la sua idea di calcio per infondere sicurezza e tranquillità alla squadra.



Solo così si potrà uscire dal periodo difficile. Solo così si può tornare a ragionare da Milan.