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Caos in Brasile, fra protesta popolare, scontri e sangue: Confederations a rischio
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11 anni agoon
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RedazioneOggi è il giorno di Italia-Brasile nella Confederations Cup. L’attesa sfida fra gli azzurri e la Seleçao a Salvador de Bahia rischia però di finire in secondo piano rispetto alla protesta popolare che dilaga sempre più per le strade delle città brasiliane.
“Il popolo brasiliano – come recita una scritta su un muro del Maracanà – vuole scuole e ospedali ‘con gli standard Fifa’ “, chiede cioè, sfruttando la visibilità del momento, alla presidente Dilma Rouseff, investimenti in istruzione e sanità pari a quelli fatti per organizzare la Confederations Cup 2013 e i prossimi Mondiale del 2014.
Di due morti, almeno 60 feriti e 137 arresti il bilancio degli scontri di questi giorni. Nella notte nuovi scontri si sono registrati a Rio, dove il clima è ormai rovente, mentre è stato chiuso l’aeroporto di San Paolo. Attaccato persino l’hotel della Fifa.
La Fifa ha fatto sapere, dal canto suo, che intende portare avanti la manifestazione, e le stesse Nazionali, Italia, inclusa, pur dando la propria solidarietà ai manifestanti, non hanno la minima intenzione di lasciare il Paese.
Per ora avanti, dunque, seppure in un clima surreale. Il massimo organismo calcistico mondiale ha infatti proibito alle varie rappresentative di lasciare i loro alberghi, fatta eccezione per casi particolari, come accaduto ieri a Mario Balotelli, l’unico a uscire dall’hote degli azzurri a Salvador, e ha chiesto al governo più sicurezza.
Diversamente il Brasile rischia grosso: ovvero la sospensione della Confederations e, conseguentemente, la perdita dell’organizzazione da parte del Paese sudamericano dei prossimi Mondiali, che potrebbero così giocarsi in Germania oppure nel Nord America. La Fifa già sta elaborando un piano B per la finale, che eventualmente sarebbe spostata dal Maracanà a una sede da destinarsi. Per questo nella notte italiana la stessa presidentessa, Dilma Rouseff, ha rivolto un lungo appello alla Nazione, dove 13 milioni di persone vivono ancora in stato di povertà estrema.
L’ex guerrigliera ha chiesto ai manifestanti di recedere dalla loro protesta, annunciando imminenti misure per sostenere le scuole e la sanità ma avvertendo: “Stroncheremo i violenti”. Parallelamente, la Rouseff ha promesso alla Fifa un rafforzamento dei presidi di sicurezza per le partite e nei pressi degli alberghi delle Nazionali.
La speranza di tutti gli amanti del calcio è che lo sport torni a farla da protagonista, e che la situazione nel Brasile, schiacciato dall’enorme frattura fra povertà e ricchezza, torni presto alla normalità.
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