Pazza Inter
Europa League, Inter a tempo di Walzer
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6 anni agoon
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RedazioneZozza miseria, il Borussia Dortmund; che te la potevi quantomeno giocare. Non dico passare il turno, assolutamente no, ma di certo non partivi sconfitto. Invece, grazie a quella schifosa autorete subita al Meazza ed alla patetica prestazione di una squadra olandese a Milano (sempre auguri sportivi per il futuro a Van coso e ai suoi eroi) tra pantomime, perdite di tempo e ostruzionismi vergognosi, il tutto ovviamente accompagnato da una tua interpretazione di moltissimo sotto il livello della decenza, al Westfalenstadion non ci saremo noi. Purtroppo, anche perché il fascino dello stadio dove sono di casa i giallo neri attualmente al comando della Bundesliga, con un oceano di vantaggio sulle dirette inseguitrici, è impagabile.
Però dai, tutto sommato non ci è andata malissimo. Anzi.
Lo spettacolo che ci vedrà protagonisti è atteso il 14 febbraio, San Valentino, all’Allianz Stadion di Vienna, poco meno di trentamila anime la capienza, contrapposti alla meno nobile tra le due più note formazioni della capitale austriaca, il Rapid. Che, giusto per dare una esatta lettura della forza d’urto degli uomini guidati da Dietmar Kuhbauer – in carriera vanta una promozione da primo classificato con l’Admira Waker nel 2011 dalla serie B alla serie A austriaca – ha appena rimediato un bel sei a uno dai cugini dell’Austria Vienna, roba di poche ore fa. Poi, magari, quando ce li troveremo di fronte saranno undici mix tra Pelé e Maradona, con noi tutti hanno la possibilità di vivere un paio d’ore da protagonisti assoluti, ma se andremo oltre il Brennero con la giusta concentrazione passeremo una serata di relax.
Inoltre vuoi mettere la bellezza della città rapportata a quella di Dortmund che si, per carità, è colma di tanto tanto verde, ma a livello storico…già, perché immagino che tutti quanti abbiate fatto questo ragionamento: meglio la Champions nel capoluogo della Ruhr, che monotonia, o l’Europa League all’ombra di Santo Stefano, tra palazzi storici, parchi, musei e chi più ne ha più ne metta? E la Sacher? Vogliamo parlarne della Sacher? Che non vedevo l’ora di visitare Vienna giusto per assaggiare una delle più famose torte al mondo. Senza contare, tanto per aggiungere qualche altra primizia, che il capoluogo austriaco è stato da poco giudicato come il luogo migliore dove vivere. Al mondo. Maddai, ma di cosa stiamo parlando.
Poi, cosa non da poco, è una trasferta relativamente comoda; una notte di treno, io prendo come punto di riferimento Milano perché qui sto, una decina di ore in auto. Meno del tempo che ci metto solitamente a scendere d’estate al mare, se proprio propriovogliamo essere puntigliosi.
E le palle di Mozart…sì, adesso non state a fare i precisini, a puntualizzare come quello che in classe alzava sempre la mano e aveva da dire su tutto che desideravi tanto alzarti in piedi e mandarlo a fare in culo ma non potevi altrimenti ti sospendevano, lo sappiamo che Mozart a Vienna ci è morto ma è nativo di Salisburgo e quei cioccolatini così buoni sono una prerogativa di quella città, ad un passo dal confine con la Germania. Ma chissenefrega, nell’immaginario collettivo dici palle di Mozart e pensi Austria, non è che stai a fare una differenza geografica o ti spremi le meningi per collocare esattamente Salisburgo sulla cartina.
Per finire volevate che ci scordassimo del valzer? No, dico, volevate che ci scordassimo per caso del valzer? Pararararà, pa pà, pa pà, pararararà, pa pà, pa pà…magari ci può scappare anche un giro di valzer in una balera, altro che la tecno tipicamente tedesca. Col Danubio in sottofondo.
Ma sì, ma va bene così. In fondo, nel cambio, ci abbiamo guadagnato di sicuro; non vedevo l’ora di visitare l’Hofburg, i tesori degli Asburgo e immaginarmi la principessa Sissi.
Con buona pace del bacino della Ruhr.
Ma vadaviaiciap.
Gabriele Borzillo