Pallonate
Caro Sarri, zitti e pedalare!
Il sistema che il tecnico della Lazio tanto critica è lo stesso che gli permette in un anno di guadagnare una cifra mostruosamente illogica!
Published
10 mesi agoon
«Questo è tutto fuorché sport, è “prendi i soldi e scappa”, in maniera miope. La finale di Fa Cup si gioca nello stesso posto da 120 anni. Noi si va a elemosinare in giro per il mondo. Con tutti i problemi che ci sono, si fa la Supercoppa a 4… Se il calcio moderno è questo, sono felice di essere vecchio».
Così parlò Sarri mi verrebbe da dire, quasi fosse un santone dal quale gli adepti vogliono un commento qualsiasi cosa succeda.
La realtà però è ben diversa: Sarri non è un santone, non è un profeta, e non è neanche un oracolo. Lui è semplicemente l’allenatore della Lazio, lautamente pagato dal suo club facente parte di quel sistema di cui il toscano non fa altro che lamentarsi.
Prima le numerose partite in programma, poi il calendario, passando per gli orari di inizio delle gare e finendo con la Supercoppa giocata in Arabia Saudita.
Caro Sarri nessuno ti obbliga a rimanere nel mondo del calcio che tanto bistratti, nessuno ti costringe a firmare contratti milionari ogni qual volta cambi squadra. Sei libero di tornare nel calcio dilettantistico che tanto hai amato (giustamente), oppure visto che ti ritieni vecchio puoi decidere di andare in pensione. Fortunatamente per te sei nella posizione dove nessuno ti obbliga a fare nulla.
Parliamoci chiaro: qui nessuno pensa che la Supercoppa a 4 squadre in Arabia sia una buona idea. Tutti capiamo perfettamente i problemi che ne derivano, siamo però altresì coscienti che la cascata di milioni che entra nelle casse faccia comodo a tutti. Nessuno escluso.
Troppo facile parlare in questo modo e poi mandare il proprio agente a discutere il nuovo contratto sulla base di milioni di euro. In quei momenti non ti lamenti? In quei momenti non ti viene il dubbio che se tu, i tuoi colleghi e i giocatori foste meno avidi forse si potrebbero evitare trasferte di questo tipo durante la stagione?
Il sistema che tu tanto critichi è lo stesso che ti permette in un anno di guadagnare una cifra mostruosamente illogica, una cifra che tanta altra gente non vedrà in una vita intera. L’ergersi a critico senza però rinunciare a nessun “benefit” che questo calcio ti concede mi sembra un filo incoerente e forse anche un pizzico presuntuoso.
Ormai sempre da più parti si alzano le critiche da parte degli stessi giocatori, di alcuni allenatori e di tanti dirigenti sulle innumerevoli partite in calendario per ogni club. Le possibilità sinceramente non mi sembrano tante: o si decide di abbassare a livello europeo il monte ingaggi di ogni club in maniera drastica, oppure si accetta di fare qualche “sacrificio” in nome del dio denaro. Senza contare che la parola “sacrificio” è quasi imbarazzante se pensiamo a quello a cui devono rinunciare i protagonisti del pallone.
Il nostro pensiero è molto più pratico: zitti e pedalare!
Un conto è voler migliorare il sistema calcio, voler migliorare lo sport che noi tutti amiamo ed essere pronti a rinunciare a qualcosa. Un conto invece è criticare sempre tutto seduti comodamente sulla poltrona, senza voler rinunciare a nulla ma solo con l’obiettivo di mettersi in una posizione ancora più privilegiata.
Mi spiace ma noi a questo giochetto non ci lasciamo fregare. Siamo dalla parte dei tifosi, loro si che fanno sacrifici (soprattutto economici) per seguire la loro squadra del cuore, loro si che hanno sempre molto da perdere e praticamente nulla da guadagnare. E’ per loro che questa Supercoppa giocata all’estero non dovrebbe esistere, non è certo per i giocatori che a fronte di qualche milione in più nelle tasche dovranno prendere un volo e fare un paio di partite.
You may like
Tegola in casa Lazio: Pedro a rischio per la sfida contro il Bologna
Lazio: problema al ginocchio per Nuno Tavares
Lazio, apprensione per Romagnoli: la contusione non preoccupa
La Lazio getta le basi per il futuro: il rinnovo di Baroni in vista
Lazio, rientro anticipato per Boulaye Dia: aggiornamenti sulle sue condizioni
Zaccagni vuole (ri)conquistare l’azzurro