Amarcord
13 Maggio 1992, la maledizione di Amsterdam e la sedia di Mondonico
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4 anni agoon
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RedazioneMaggio, il mese che ogni tifoso granata vorrebbe cancellare dal calendario. A maggio, l’aereomobile che riportava in Italia il Grande Torino si schiantò sulla Basilica di Superga e sempre a maggio, il Toro visse la più terribile, inaccettabile, delusione sportiva della sua storia.
Nel giorno in cui ai tre pastorelli apparve Maria, il Torino di Mondonico si presenta all’Olympisch Stadion di Amsterdam con la convinzione di poter rovesciare il 2-2 imposto dall’Ajax al Delle Alpi nella finale di andata della Coppa Uefa edizione 1991/92. Basta un gol, un gol soltanto, per portarsi a casa il primo trofeo internazionale dell’intera storia granata.
Il Toro quel gol lo cerca da subito con insistenza e dopo 20′ sembra trovarlo: cross di Lentini per Casagrande, che stacca con eccellente tempismo al centro dell’area olandese e impatta il pallone di testa indirizzandolo nell’angolino. Il portiere Menzo è battuto, ma la sfera incoccia in pieno il palo e l’Ajax si salva. La sfortuna non mata il Toro, che anzi continua ad attaccare con ancor maggior vigore, ma il primo tempo si chiude sullo 0-0.
Il copione non cambia nella ripresa e quando Cravero viene atterrato in area da De Boer sotto gli occhi dell’arbitro, ecco materializzarsi l’occasione che tutto il popolo granata stava aspettando. Il fallo del difensore olandese è plateale, l’han visto tutti. Tutti tranne il direttore di gara, che lascia proseguire il gioco, dando fuoco alle polveri di un Mondonico furente.
Esplode con impeto dirompente la collera del tecnico granata, che d’istinto abbranca una sedia nelle vicinanze della sua panchina e la alza al cielo quasi a volerla schiantare in terra per sfogare una rabbia insopprimibile e sacrosanta, per un’ingiustizia palese e per questo ancor più dura da digerire.
Ma il cuore Toro continua a pulsare orgoglioso, sostenendo gli attacchi di una squadra che non conosce resa. Roberto Mussi riceve palla ai 30 metri e lascia partire un siluro che, deviato da un difensore avversario, mette fuori causa Stanley Menzo e… Palo! Un altro legno, ma il Torino non molla e a 3′ dalla fine, il neo entrato, Sordo, prodotto del vivaio granata, si fa trovare puntuale all’appuntamento col destino.
Il giovane centrocampista lascia sfilare un pallone spiovente in area e lo scaraventa in porta con tutta la forza e la rabbia che ha in corpo: la palla supera Menzo e colpisce la parte inferiore della traversa. Rimbalzerà dentro o fuori? Rimbalza fuori, purtroppo. Ancora un legno! La porta dell’Ajax è salva, non c’è più tempo per il Toro. Se esiste un Dio del calcio, dispensatore di giustizia sportiva, quella sera del 13 maggio 1992 non si trovò a passare da Amsterdam.
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