Amarcord
6 Aprile 1975, quando Juve-Napoli fu decisa da un “core ‘ngrato”
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4 anni agoon
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Redazione6 aprile 1975, stadio Comunale di Torino. Juventus e Napoli si giocano lo scudetto. Gli azzurri, guidati da Luis Vinicio, si presentano alla sfida clou della stagione a soli 2 punti
dalla Juve capolista e decisi a vendicare l’onta del pesantissimo 6-2 subito all’andata al San Paolo.
Tra le fila bianconere, due ex partenopei come Zoff e Altafini: il primo, schierato titolare tra i pali da Carletto Parola, il secondo, invece, panchinaro di lusso, pronto a subentrare in caso di necessità. A spezzare l’equilibrio iniziale, incanalando la gara su un binario favorevole ai bianconeri, è il “Barone”, Franco Causio, il quale, ricevuta palla da “Flipper” Damiani, lascia partire un bolide di destro che s’insacca nel sette alle spalle di un incolpevole Carmignani.
Zoff tira giù la saracinesca a difesa del prezioso vantaggio ed evita in più d’un’occasione il pari napoletano, che però arriva ugualmente nella ripresa con Iuliano. A un quarto d’ora dalla fine, sul risultato di 1-1, Parola decide che è giunto il momento di Josè Altafini.
Il vecchio centravanti brasiliano, ormai trentasettenne, ci mette appena 12′ ad imprimere il suo marchio indelebile sulla partita e sul campionato: angolo di Causio, Carmignani calcola male il tempo dell’uscita e il pallone arriva a Cuccureddu, che dal limite dell’area scocca un velenoso rasoterra mancino, respinto dal palo proprio sui piedi di Altafini, più lesto di tutti a battere a rete da pochi passi. Gol! Alla Juventus partita e scudetto, al Napoli il rimpianto è l’amarezza di esser stati “pugnalati” da un “core ‘ngrato”.
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