Amarcord
Cuadrado: “Giochiamo sempre per fare risultato, non ci nascondiamo mai”
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12 anni agoon
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RedazioneLa Fiorentina è indiscutibilmente la squadra rivelazione di questo Campionato. Dopo gli stenti e le difficoltà dello scorso anno, l’arrivo di Montella ha dato nuova linfa alla squadra viola, tornata a macinare calcio come non accadeva dai tempi di Prandelli. Merito, oltre che dell’allenatore, anche di una squadra compatta, viva, senza apparenti punti deboli. Uno dei protagonisti di questo importante inizio di stagione è Ivan Cuadrado, centrocampista colombiano prelevato dall’Udinese, e subito rivelatosi indispensabile per il gioco di Montella. Cuadrado ha rilasciato un’intervista al Corriere dello Sport, ve ne riportiamo i passi più significativi.
Il sudamericano ha analizzato il momento felice della propria squadra: “A me piace sempre e comunque pensare positivo, per cui quando sono arrivato qui avevo buone sensazioni. Tuttavia non mi aspettavo un repentino inserimento da parte di tutti. Il segreto di questa squadra è affrontare chiunque sempre cercando di giocarcela, e contribuendo tutti sia alla fase difensiva che a quella d’attacco. Abbiamo una grossa forza psicologica, oltre che fisica. La nostra partita più bella? Quella di San Siro, contro il Milan. Abbiamo cercato sin da subito di fare risultato, e ci siamo riusciti“.
Cuadrado ha quindi parlato di come si è integrato subito a Firenze: “Ho portato qui Mamma Marcela e la mia sorellina, Mariangela, ha 4 anni. E poi parlo spesso con la mia ex, con la quale sono rimasto in ottimi rapporti. I fiorentini mi vogliono bene, forse perchè sorrido sempre, io sono fatto così. Magari hanno pure apprezzato il balletto realizzato dopo il mio goal. Mi alleno per segnare, così posso ballare sempre!“.
L’argomento si è poi spostato sui compagni di squadra e sull’esperienza non proprio positiva di Udine: “Se c’è qualcuno cui sto insegnando a ballare? Ci provo con Tomovic, mi studia dai tempi di Lecce, ma è un vero tronco di legno! Quanto al soprannome Vespa, me l’ha dato Toni, Inizialmente non avevo compreso, poi mi son fatto una grossa risata. Con l’Udinese non è andata granchè bene. Guidolin è un bravo allenatore, ma con lui non c’è mai stato feeling. E poi ero giovane, davanti avevo gente più rodata“.
Qualche battuta anche sul suo stile di gioco: “Ad attaccare sono sempre stato bravo, mentre tuttora lavoro per perfezionare la fase difensiva, negli spazi stretti e con le diagonali. E’ una cosa che mi porto dai tempi in cui giocavo in Colombia. Lì facevo addirittura il trequartista, ma il mio vecchio allenatore, Santiago Escobar, fratello dell’Andres ucciso per l’autorete di Usa ’94, mi fece lavorare molto su questi aspetti. Il il re del dribbling? Non scherziamo“.
A proposito di Colombia, prima di chiudere Cuadrado ha parlato di alcuni miti del calcio, suoi connazionali: “Asprilla era fortissimo, anche più veloce di me. Ma fuori dal campo era un matto. Valderrama era un matto anche lui, ma il più matto di tutti era Higuita”.
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