Amarcord
De Biasi: “Toro, puoi battere la Juve!”
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12 anni agoon
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RedazioneCi si avvicina al derby della Mole, oggi più che mai derby del quasi fatto: la Juve ha (quasi) messo in tasca il ventinovesimo scudetto, il Toro ha (virtualmente) ipotecato la salvezza e l’iscrizione al prossimo campionato di Serie A. Entrambe le formazioni piemontesi sono quindi alla ricerca di punti per ufficializzare i propri obiettivi a stagione in corso. Calcissimo.com ha incontrato un vecchio cuore granata, Gianni De Biasi, tecnico del Torino post-fallimento del 2005-06 e poi, a tratti, nel 2007 e nel 2008.
Mister De Biasi, come vede il Torino nel derby imminente?
“Il Derby è, per definizione, una partita a sé; appiana le differenti classifiche, smussa i diversi valori tra le due formazioni. Il valore della rosa, a un certo punto, non conta più niente. A parlare è il campo.”
Può questo Toro creare insidie ai bianconeri?
“Assolutamente sì; ogni squadra può creare insidie ad un’altra, tutto dipende dalla motivazione e dallo spirito. E il Toro non è ancora ufficialmente salvo, non ha ancora raggiunto i 40 punti e lo attende un calendario difficile. Logico pensare quindi che, con l’aiuto dei tifosi, darà il massimo nel derby”.
Chi saranno i protagonisti del derby?
“Per il Toro dico Cerci, un giocatore che fa spesso la differenza, e Barreto, che può mettere in difficoltà i tre lunghi della difesa bianconera con la sua rapidità. La Juve invece ha una rosa talmente di valore, che scegliere un nome sarebbe difficile.”
In campo ci sarà anche Basha, suo giocatore nella nazionale albanese, di cui è c.t. Che tipo di giocatore è?
“E’ un giocatore molto importante per il Toro, ha capacità di recupero palla, buona fisicità, ma anche distribuzione di palloni. Un bel giocatore, che conosco molto bene.”
Da allenatore granata, lei ha disputato un solo derby; quali le emozioni?
“E’ stata una partita sfortunata; era il 2008 e il mio Toro giocò un’ottima gara, rovinata da un gol un po’ rocambolesco di Amauri. Davvero un peccato perché, fino a quel momento, in campo regnava un perfetto equilibrio.”
Rimpianti per come è finita con il Toro?
“L’unico rimpianto è il non aver avuto la continuità necessaria per il progetto partito dopo il fallimento della società. Nonostante le difficoltà, ho sempre raggiunto gli obiettivi prefissati: una promozione nel 2006 e due salvezze (2007 e 2008, ndr) con una giornata d’anticipo.”
In chiusura: ha qualche talento albanese da suggerire alla serie A?
“Sì, ma non vorrei farlo perché il mio ruolo me lo impedisce. Posso dire però che l’Albania rappresenta una nuova possibilità per il mercato, sia in termini tecnici che economici.”