Amarcord
Garrone e un nuovo stadio da costruire
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12 anni agoon
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RedazioneE’ tornata in Serie A dopo solo un anno passato nella categoria inferiore e attualmente è nelle posizioni alte della classifica, dopo aver battuto il Milan all’esordio e il Siena alla seconda giornata e se non fosse per il punto di penalizzazione sarebbe appaiata a Juve, Napoli e Lazio.
Il Presidente della Doria Edorardo Garrone ha voluto tracciare un primo bilancio, intervenendo alla Gazzetta dello Sport.
La sua società si è sempre distinta per signorilità. “L’attaccamento alla maglia, ai valori veri della competizione sportiva, il riconoscimento delle autorità e dei meriti altrui, sono elementi ineliminabili dal nostro dna. Ah, quel blucerchiato… Sapete che il Guerin Sportivo ha pubblicato un sondaggio nel quale la nostra risulta la maglietta che piace di più al mondo? È semplicemente unica”.
Ventimila spettatori di media in B e ventimila abbonati in A: la fiducia non manca. “La gente ha premiato la nostra politica: chi faceva la tessera l’anno scorso in caso di promozione l’avrebbe riavuta allo stesso prezzo. E questo nonostante la retrocessione ci sia costata 25 milioni, tra incassi tv, sponsor e quote partita”.
Lei come intende premiare il suo popolo? “Costruendo uno stadio di proprietà, condizione essenziale per ampliare le entrate e fare un buon mercato; mio padre aveva trovato anche l’area, quella dell’aeroporto, poi bocciata dall’Enav. Ma lo studio dell’architetto Boeri ci aveva fornito altre soluzioni, il Porto, la zona Fiera. Ci stiamo ragionando. Dovrà essere però una struttura in grado di rilanciare l’immagine attualmente appannata di una città che resta bellissima. Entrando dal mare nella baia di Città del Capo la prima cosa che noti è lo stadio. Il nostro simbolo, la Lanterna, verrà affiancato dallo stadio della Sampdoria”.
Stadio nuovo, incassi maggiori e quindi avremo un’altra… Udinese in Champions? “È chiaro che se si guarda all’Europa, e noi quest’anno pensiamo anzitutto alla salvezza, la mente corre alla coppa più prestigiosa… Io l’ho sognata da bimbo quando Natale mi portava in gradinata Sud e poi da sponsor, quando ce la soffiò il Barcellona… Mi piacerebbe riprovarci anche se ritengo inimitabile il ciclo Mantovani, proprio per una questione meramente economica: ai tempi il divario fra piccole, medie e grandi non era enorme e quindi si poteva competere per lo scudetto. Oggi è impossibile”.
Se lo immagina Roberto Mancini, da nonno, sulla panchina della Samp? “Beh, l’ha detto lui che intende tornare ed io sarei ben lieto di accoglierlo. Dopo averlo visto vincere tantissimo e guadagnare in proporzione…”.
Terrete il vecchio capitano, Angelo Palombo, in tribuna? “No, ha ripreso ad allenarsi. Però siamo stati chiarissimi: è il nono di un centrocampo a tre. Se lo meriterà andrà in campo. Umanamente è una vicenda che colpisce, però io non mi avvicino nemmeno al milione e mezzo netto che lui guadagna all’anno”.
Scudetto alla Juve? “E’ la favorita. Ma io lo darei alla Roma per la brillante ristrutturazione societaria e al Napoli per la simpatia e l’entusiasmo dei suoi tifosi”.
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