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Amarcord

Guardiola e il Tiki Taka

Così, Pep ha rivoluzionato il calcio, scavando un solco tra ciò che era stato e quel che non sarebbe più stato…

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Guardiola e il Tiki Taka

Il Tiki Taka è uno degli stili di gioco più iconici della storia del calcio, reso celebre da Pep Guardiola durante la sua esperienza al Barcellona tra il 2008 e il 2012.

Basato sul possesso palla e sul controllo totale del gioco, questo approccio ha cambiato il modo di intendere il calcio, influenzando

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squadre e allenatori in tutto il mondo. Ma come nasce il Tiki Taka? E come viene applicato in campo?

Le radici del Tiki Taka

Il Tiki Taka non è una creazione ex novo di Guardiola, ma una raffinazione e un’evoluzione di principi già esistenti.

Le sue radici affondano nel calcio totale olandese degli anni ‘70, sviluppato dall’Ajax e dalla Nazionale dei Paesi Bassi con Johan Cruyff come leader in campo.

Cruyff, una volta diventato allenatore, portò questi concetti al Barcellona negli anni ‘90, dando vita al “Dream Team” che vinse la Champions League nel 1992.

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Guardiola, che in quel periodo era il regista del Barça, assorbì questa filosofia di gioco, che anni dopo avrebbe sviluppato e perfezionato con il suo Barcellona.

I principi fondamentali del Tiki Taka

Il Tiki Taka si basa su alcuni concetti chiave che trasformano il possesso palla in un’arma offensiva:

  • Posizionamento e occupazione degli spazi: i giocatori si muovono costantemente per creare linee di passaggio, garantendo sempre soluzioni per il compagno in possesso di palla.
  • Passaggi rapidi e corti: il pallone viene fatto girare velocemente con passaggi precisi, riducendo al minimo i rischi e stancando l’avversario.
  • Pressing alto: quando la squadra perde il pallone, deve riconquistarlo il prima possibile con un pressing organizzato e aggressivo.
  • Pazienza e controllo: l’obiettivo non è attaccare subito, ma controllare il gioco e aspettare il momento giusto per colpire.

L’applicazione sul campo: il Barcellona di Guardiola

Quando Guardiola divenne allenatore del Barcellona nel 2008, applicò subito il Tiki Taka in modo sistematico.

Con giocatori straordinari come Xavi, Iniesta, Busquets e Messi, il Barça dominava il possesso palla, costringendo gli avversari a difendersi per lunghi tratti della partita.

Il sistema di gioco prevedeva un 4-3-3 fluido, in cui il centrocampo era il vero motore della squadra:

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  • Busquets fungeva da perno difensivo, garantendo equilibrio.
  • Xavi era il regista, il metronomo che dettava i tempi.
  • Iniesta aggiungeva qualità e dribbling per rompere le linee avversarie.
  • Messi, inizialmente esterno, venne spostato nel ruolo di “falso nueve”, creando superiorità numerica tra le linee.

Questa formula portò il Barcellona a vincere tutto: 3 campionati spagnoli, 2 Champions League e 2 Mondiali per Club tra il 2008 e il 2012.

L’evoluzione del Tiki Taka

Dopo il successo del Barcellona, il Tiki Taka venne adottato anche dalla Spagna, che con Vicente del Bosque vinse Mondiale 2010 ed Europeo 2012 applicando gli stessi principi.

Guardiola, dopo il Barça, ha continuato a evolvere questa filosofia prima al Bayern Monaco e poi al Manchester City.

Con i Citizens, il Tiki Taka è diventato ancora più veloce e diretto, integrando elementi del calcio verticale e del gegenpressing tedesco.

Il Tiki Taka oggi: è ancora attuale?

Oggi il Tiki Taka puro è meno utilizzato, perché molte squadre hanno imparato a contrastarlo con pressing alto e transizioni rapide.

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Tuttavia, il suo impatto è ancora evidente: la costruzione dal basso, il controllo del possesso e il pressing organizzato sono ormai principi fondamentali nel calcio moderno.

Guardiola stesso ha adattato il suo stile, rendendolo più flessibile e meno dogmatico.

Il Manchester City attuale non si limita al possesso, ma sfrutta anche verticalizzazioni e cambi di gioco per attaccare in modo più vario.

Conclusione

Il Tiki Taka di Guardiola ha cambiato il calcio, trasformandolo in un gioco più tecnico, veloce e strategico.

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Anche se il suo dominio assoluto è finito, il suo impatto è ancora visibile in molte squadre moderne.

Guardiola ha dimostrato che il possesso palla non è solo una tattica difensiva, ma può essere un’arma letale se utilizzato nel modo giusto.

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