Il Milan ripropone un dualismo nato quarant’anni fa: il portiere nuovo fatica a scalzare quello vecchio

Storia già vista al Milan, ma che potrebbe riproporsi nelle prossime settimane.

La squadra rossonera potrebbe infatti proporre un dualismo imprevisto in estate, ma tornato d’attualità nelle ultime ore. E che nella storia recente del Diavolo non costituisce affatto una novità.

L’acquisto di Diego Lopez dal Real Madrid sembrava infatti poter mettere fine alla lunga storia di Christian Abbiati come titolare indiscusso tra i pali della squadra rossonera. “E’ uno dei migliori portieri al mondo“, aveva dichiarato Adriano Galliani dopo l’arrivo dell’uomo in grado di togliere i gradi di titolare a una leggenda del Real Madrid come Iker Casillas. E anche l’esordio contro la Lazio aveva confermato la bontà dell’operazione, con Lopez tra i migliori in campo.

Poi i problemi fisici, che hanno rilanciato Abbiati. Un portiere che già 22enne aveva ammainato la bandiera Sebastiano Rossi, per poi annichilire negli anni successivi la concorrenza di colleghi come i campioni del mondo Dida e Amelia o ottimi interpreti del ruolo come Storari e Kalac.

“Mettere in difficoltà Inzaghi è il mio sport preferito. Non ho mai visto un giocatore contento di andare in panchina, ma Diego Lopez è un grande giocatore. Se domenica dovessi andare in panchina lo farei con serenità. Quando in estate si era paventata l’occasione di ingaggiarlo avevo detto a Galliani e Inzaghi che ero con loro“, le dichiarazioni di Abbiati dopo la vittoriosa trasferta di Verona.

E già in precedenza nella storia del Milan un portiere appena arrivato aveva faticato a prendere il posto del suo predecessore: capitò ai vari Antonioli, Pagotto, Taibi e Lehmann ai tempi di Sebastiano Rossi e, vent’anni prima, a Pier Luigi Pizzaballa, rimasto in rossonero riserva di Villiam Vecchi.