Amarcord
Il primo capocannoniere della storia dei Mondiali
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2 mesi agoon
Guillermo Stábile è una figura leggendaria nel calcio argentino e mondiale, noto soprattutto per essere stato il primo capocannoniere nella storia della Coppa del Mondo, durante la prima edizione del torneo nel 1930, in Uruguay. Nato il 17 gennaio 1905 a Buenos Aires, Stábile si distinse come un centravanti veloce, abile nel dribbling e con un grande istinto per il gol, qualità che gli valsero un posto d’onore nella storia del calcio.
Carriera da Calciatore
Stábile iniziò la sua carriera calcistica nel Club Atlético Huracán, una delle squadre storiche del calcio argentino. Esordì con il club nel 1924 e vi giocò per sei anni, diventando un giocatore fondamentale. Durante la sua permanenza con Huracán, vinse tre campionati argentini (1925, 1928, 1930), dimostrando fin da giovane le sue eccezionali qualità di goleador.
Le sue prestazioni non passarono inosservate e, nel 1930, fu convocato per far parte della nazionale argentina che avrebbe partecipato alla prima Coppa del Mondo FIFA, tenutasi in Uruguay.
Il Mondiale del 1930
Nonostante fosse inizialmente una riserva, Stábile venne schierato in campo nella seconda partita della fase a gironi contro il Messico, dopo che l’attaccante titolare, Roberto Cherro, si ritirò per un attacco di panico. Fu in quell’occasione che il centravanti esplose, segnando una clamorosa tripletta e guidando l’Argentina a una vittoria per 6-3. Da quel momento in poi, Stábile divenne il centravanti titolare della squadra.
L’Argentina, con Stábile come punta di diamante, avanzò fino alla finale, sconfiggendo avversari come il Cile e gli Stati Uniti. In semifinale, contro gli Stati Uniti, Stábile segnò due reti nel 6-1 finale. Nella finale del torneo, l’Argentina affrontò i padroni di casa dell’Uruguay. Anche in questa partita, Stábile fu decisivo, segnando una delle due reti dell’Argentina, ma non bastò: l’Uruguay vinse 4-2, laureandosi campione del mondo.
Nonostante la sconfitta, Stábile concluse il torneo come capocannoniere, con 8 gol in 4 partite, un record impressionante che rimase a lungo nella storia della Coppa del Mondo.
Carriera in Europa
Dopo il Mondiale, Stábile attirò l’interesse di club europei e nel 1930 si trasferì in Italia, al Genoa, dove giocò per quattro stagioni. Con il club ligure, Stábile continuò a dimostrare le sue doti di goleador, segnando 41 gol in 41 partite. In seguito, si trasferì al Napoli per una breve esperienza, prima di chiudere la carriera da calciatore in Francia, con il Red Star.
L’Inizio di una Carriera da Allenatore
Dopo aver appeso le scarpe al chiodo, Stábile intraprese la carriera di allenatore. Ma fu il suo ritorno in patria che lo consacrò definitivamente nella storia del calcio argentino. Dal 1939 al 1960, Stábile fu il commissario tecnico della nazionale argentina, guidandola a numerose vittorie nella Copa América. Sotto la sua guida, l’Argentina vinse il torneo continentale ben sei volte (1941, 1945, 1946, 1947, 1955, 1957), rendendolo uno degli allenatori più vincenti nella storia del calcio sudamericano.
Stábile fu anche responsabile della crescita del calcio argentino a livello internazionale durante il periodo in cui il paese si isolò dal contesto calcistico mondiale a causa della Seconda guerra mondiale e di questioni politiche interne. La sua visione e il suo impegno furono determinanti nello sviluppo di generazioni di nuovi talenti.
L’Eredità di Guillermo Stábile
Guillermo Stábile morì il 26 dicembre 1966 a Buenos Aires, ma la sua eredità vive ancora. Oltre a essere ricordato come il primo capocannoniere nella storia dei Mondiali, è stato una delle figure più influenti del calcio argentino, sia come giocatore che come allenatore.
Il suo contributo al gioco va oltre i suoi successi personali: ha aiutato a costruire la reputazione dell’Argentina come una delle potenze calcistiche mondiali. Oggi, il nome di Stábile è sinonimo di eccellenza e di dedizione, un simbolo di come il calcio possa diventare un elemento fondamentale dell’identità nazionale e una fonte di ispirazione per le future generazioni di calciatori.