Amarcord
Il vero Oronzo Canà
Ecco a chi si è ispirato Lino Banfi per tratteggiare il carattere e i modi del suo personaggio più iconico…

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5 ore agoon

Il vero Oronzo Canà
Oronzo Pugliese è stato uno degli allenatori più pittoreschi e carismatici della storia del calcio italiano.
Soprannominato il “Mago di Turi”, la sua carriera è stata caratterizzata da una grande passione, un atteggiamento teatrale e una capacità di motivare i giocatori fuori dal comune.
Il suo stile, fatto di grinta e folklore, ha ispirato Lino Banfi per la creazione del celebre personaggio di Oronzo Canà, protagonista del film L’allenatore nel pallone.
Gli inizi: dal calcio giocato alla panchina
Nato a Turi (Bari) nel 1910, Oronzo Pugliese iniziò la sua carriera nel calcio come giocatore, ma senza particolari successi.
La sua vera vocazione era quella di allenatore, e dopo alcune esperienze nelle serie minori, riuscì a imporsi nel calcio professionistico.
Le sue prime esperienze importanti furono con Foggia e Lucchese, squadre con cui ottenne ottimi risultati, dimostrando di essere un
tecnico capace di motivare i giocatori e di tirare fuori il massimo da ogni squadra, spesso partendo con risorse limitate.
Il grande salto: la Serie A con il Foggia
La stagione che rese celebre Pugliese fu quella del 1963-64, quando guidò il Foggia alla storica promozione in Serie A.
Nella stagione successiva, il suo Foggia riuscì a battere l’Inter di Helenio Herrera, campione d’Europa in carica, con un clamoroso 3-2, un’impresa che gli valse il soprannome di “Mago di Turi”.
La vittoria contro la squadra di Herrera, considerato uno dei tecnici più innovativi del tempo, fu il simbolo del calcio di Pugliese:
grinta, intensità e la capacità di mettere in difficoltà anche gli avversari più forti con la determinazione e il cuore.
L’approccio motivazionale e il folklore
Pugliese non era un tattico rivoluzionario, ma un maestro della motivazione. Era noto per i suoi discorsi infuocati e per l’abitudine di spogliarsi in mutande negli spogliatoi per galvanizzare i giocatori.
Altra caratteristica iconica del suo stile era il modo in cui affrontava le partite contro squadre più blasonate.
Non si faceva intimidire dai grandi nomi e trasmetteva questa mentalità ai suoi giocatori, riuscendo spesso a ottenere risultati sorprendenti.
Le sue gestualità plateali a bordo campo e il suo carattere sanguigno lo resero uno degli allenatori più amati dal pubblico e dai giocatori.
Gli anni alla Roma e il declino
Dopo l’impresa con il Foggia, Pugliese ebbe la sua grande occasione con la Roma, che allenò nella stagione 1968-69.
Tuttavia, non riuscì a ripetere i successi ottenuti con squadre più piccole e, dopo qualche altra esperienza in panchina, si ritirò dal calcio alla fine degli anni ’70.
Nonostante non abbia mai vinto trofei importanti, il suo impatto nel calcio italiano fu notevole, tanto da rimanere nella memoria collettiva anche dopo il ritiro.
Oronzo Pugliese diventa Oronzo Canà
Negli anni ‘80, il suo stile pittoresco ispirò Lino Banfi, che nel film L’allenatore nel pallone (1984) diede vita al personaggio di Oronzo Canà,
un allenatore ingenuo, folkloristico ma genuino, simbolo di un calcio fatto più di passione che di tattica.
Le scene in cui Canà motiva i giocatori con discorsi surreali, le sue movenze esagerate a bordo campo e il celebre modulo “5-5-5” sono un chiaro omaggio al vero Pugliese, che nel frattempo era diventato un’icona popolare.
Conclusione
Oronzo Pugliese è stato un allenatore che ha lasciato il segno non per i trofei vinti, ma per la sua personalità unica. In un’epoca in cui il
calcio stava diventando sempre più tattico e scientifico, lui rappresentava l’anima romantica dello sport, fatta di passione, istinto e cuore.
Grazie a lui, il calcio italiano ha avuto una delle sue figure più affascinanti, tanto da diventare una leggenda ispiratrice per il cinema e la cultura pop.
Anche se oggi il suo nome è meno conosciuto rispetto ai grandi tecnici della sua epoca, il “Mago di Turi” rimane un simbolo del calcio vissuto con il cuore.