Amarcord
Juve, Conte non scioglie i dubbi: “Oggi è meglio non parlare del mio futuro, pensiamo solo a goderci questa festa”
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11 anni agoon
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RedazioneAntonio Conte non scioglie le riserve sul suo futuro. Ai microfoni di “Sky Sport”, nel post gara di Juventus-Cagliari, il tecnico salentino risponde così a chi gli chiede se rimarrà sulla panchina bianconera anche nella prossima stagione: “Non pensavo che potessimo raggiungere un livello così alto, il nostro obiettivo era centrare il terzo scudetto, è sempre stato il nostro obiettivo primario. Una volta centrato l’obiettivo abbiamo provato ad arrivare a questa incredibile cifra. I ragazzi sono stati speciali, regalandoci il terzo scudetto e il record di punti. Non finirò mai di ringraziarli, ho provato di tirarli fino all’ultimo ma non è stato difficile. Sono tre anni incredibili, ogni tanto ci si dimentica che la vittoria è l’eccezione, la normalità la sconfitta. La società, lo staff e i tifosi sono stati straordinariamente speciali“.
E’ cambiato qualcosa rispetto a una settimana fa con l’affetto tributato dallo stadio?
“Oggi ho voglia di parlare solo di quello che è stato fatto in questi tre anni, si è detto tanto, si è parlato tramite stampa e tv, oggi concentriamoci e festeggiamo solo questo traguardo storico. Questi ragazzi hanno stracciato record su record e di noi si parlerà a lungo. Oggi chiedo rispetto anche a voi, ho voglia di godermi la gioia dei tifosi e dei ragazzi“.
Quando si chiuderà la questione riguardo la sua permanenza?
“Si chiuderà quando si dovrà chiudere, in maniera serena e tranquilla“.
Qual è la cosa fondamentale che non sarebbe mai potuta mancare in questa squadra per vincere?
“Se fosse mancato lo spirito che ci ha accompagnato in questi anni avremmo fatto fatica. Avevamo un antagonista forte come la Roma che non ci ha lasciato spazio fino alla fine. Non abbiamo mai mollato, neanche oggi, dopo festeggiamenti prolungati. La mentalità costruita in questi anni è stata fondamentale“.
C’è stato un calciatore che ti ha sorpreso di più quest’anno?
“Fare un nome significherebbe mancare di rispetto a tutta la squadra, il nostro segreto è stato lo spogliatoio. Faccio il nome di Rubinho, che ha giocato pochissimo in questi tre anni ma è sempre stato positivo nello spogliatoio, ha avuto sempre una parola di incoraggiamento per il compagno“.
Un rapporto così forte con la squadra ti deve imporre delle riflessioni:
“E’ importante, io ringrazio i miei calciatori e le considerazioni che state facendo, ma adesso vogliamo goderci la vittoria e poi parlare a viso aperto“.
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