Juventus, Del Piero verso i 40 anni: “Rivivrei il 2006. Per il Mondiale, e perché sono rimasto”

Alessandro Del Piero si prepara a festeggiare il suo quarantesimo compleanno e ripercorre la sua carriera in un’intervista alla ‘Gazzetta dello Sport’.

“Rivivrei il 2006. Per il Mondiale, ma non soltanto per quello – confessa Pinturicchio –. E’ stato infatti l’anno in cui sono rimasto alla Juventus, senza sapere dove avremmo giocato. E non cambierei niente, perché abbiamo dimostrato chi eravamo e ci siamo rialzati. So cosa abbiamo vinto e in che modo lo abbiamo vinto, sudandoci tutto dal primo all’ultimo punto e dal primo all’ultimo titolo“.

Meno fortunato senz’altro il 2000: “Quando penso al diluvio non riesco a non pensare a Perugia. Ma parlando in senso figurato certamente il lungo recupero dopo l’infortunio è stato anche peggio. E’ stato il periodo più difficile della mia carriera, ho perso un anno. Ma lì mi sono preparato mentalmente a una sorta di seconda carriera, che è stata anche meglio della prima“.

Del Piero ricorda alla perfezione il primo e l’ultimo giorno in bianconero: “Tutto è iniziato con la firma del mio contratto, mi fa quasi paura pensare a quanto quel giorno abbia cambiato la mia vita. E’ stato un momento magico, quello in cui ho realizzato il mio grande sogno. Ma nulla è stato, è o sarà mai paragonabile a quello che successe allo Stadium il giorno della mia ultima partita. C’è tutto, e anche se cerco di spiegarlo a parole, non riuscirei a trovare quelle giuste nemmeno nei prossimi 40 anni“.

Infine un consiglio alla Juventus, che si interroga sulle proprie difficoltà in Europa: “Sono questioni che spesso sfuggono ai pronostici. Nel mio primo anno alla Juve, il 1993-’94, perdemmo in Coppa Uefa contro il Cagliari tra i fischi. L’anno dopo andammo in finale, quello dopo ancora vincemmo la Champions. Non bisogna piangersi troppo addosso, ma lavorare per tornare a primeggiare“.