Amarcord
La favola di Emeghara, giustiziere dell’Inter: “Non pensavo di fare il calciatore”
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12 anni agoon
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RedazioneEroe inatteso dell’ultima giornata, con le sue accelerazioni Innocent Emeghara ha messo in difficoltà l’Inter – sconfitta dal Siena 3-1 – e sorpreso l’intero campionato, che non aveva mai sentito il suo nome. Un bel colpo, quello del direttore sportivo Antonelli, che ha messo nelle mani di Iachini il ventitreenne, prelevato in prestito con diritto di riscatto dal Lorient. Ma chi è l’uomo che domenica ha mandato in tilt la retroguardia nerazzurra? Ce lo racconta lui stesso.
“Lunica cosa che so di mio papà è che è morto quando mia madre era incinta – ha svelato a ‘La Gazzetta dello Sport’ -. Morto di malattia, non lho mai conosciuto. Sono nato a Lagos, ma cresciuto in un villaggio vicino. Voi nemmeno potete immaginare come sia la vita lì. Povertà, malattia. Ma è la più forte palestra di vita, se sono quello che sono lo devo alla mia infanzia. A 13 anni sono arrivato a Zurigo, mia madre si era risposata lì, lho seguita. Certo non sono arrivato in Svizzera con lidea di diventare un calciatore. Giocavo dopo la scuola, per passare il tempo. Ho avuto la fortuna di entrare subito in un piccolo club, il Toss. Lì mi hanno visto quelli dello Zurigo, poi è arrivato il Winterthur, poi ancora il Grasshoppers e la Francia, al Lorient. Se potevo andare allo Shanghai al posto di Drogba? Vero, ma penso di essere ancora troppo giovane per la Cina. Il mio obiettivo è la Coppa del mondo con la Svizzera. Gli insulti razzisti? Sembrerò controcorrente ma non credo che quello negli stadi sia vero razzismo. Le offese dei tifosi nascono per la rabbia sportiva, e ti urlano la prima cosa che viene loro in mente – ha spiegato -. Il mio ambientamento a Siena? Qui mi trovo benissimo, mi piace la città e la cucina. Sono felice per il gol e il successo sullInter: siamo ancora messi male ma la vittoria dà morale. Per il mio futuro vediamo cosa succederà alla squadra, ora mi concentro sulla salvezza.“