Amarcord
Marchegiani: “Eriksson il mio miglior tecnico. Marchetti, sei il mio erede”
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12 anni agoon
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RedazioneQuesta settimana “I Signori del Calcio”, in onda su Sky Sport 1 HD e Sky Calcio 1 HD alle ore 23,30, avrà un ospite particolare, che praticamente è di casa a Sky. Stiamo parlando di Luca Marchegiani, portiere della Nazionale e della Lazio degli anni ’90 e inizio 2000. Ci parlerà delle varie fasi della sua carriera alla Lazio, dei trionfi e degli anni difficili a seguito del crac della Cirio di Cragnotti.
Su Zeman tuo allenatore alla Lazio.
“La cosa straordinaria della mia esperienza personale con Zeman è stata il fatto che noi portieri non ci allenavamo mai con il nostro preparatore, per tutta la settimana ci allenavamo con la squadra, chiaramente facendo il portiere quando lesercitazione era tecnica, però da un punto di vista fisico lavoravamo con la squadra. Magari ci risparmiava qualche corsa alla fine, però facevamo tutto quello che faceva la squadra. La cosa straordinaria era che poi stavamo bene, nel senso che la domenica, quando andavamo in campo, stavamo benissimo. Io non credo che Zeman si possa o si debba completare, il suo è un gioco basato sullintensità, sulla generosità, sul fare sempre una corsa in più, andare una volta in più, avere sempre una soluzione in più rispetto allavversario. È chiaro che in un calcio tattico come il nostro, giocando così, si rischia di perdere partite che una squadra che ambisce a vincere il campionato non dovrebbe perdere”.
Il tecnico dello Scudetto 1999/00 fu Sven Goran Eriksson, agli antipodi di Zeman da punto di vista della filosofia calcistica.
“La grandezza di Eriksson è stata salvaguardare da tutti quelli che sono i condizionamenti esterni una squadra che aveva il talento per vincere il campionato. Io credo che adesso serva qualcosa in più, ci sono meno aspettative di prima, cè meno pressione che allepoca sulla squadra, serve probabilmente anche far fare un piccolo salto di qualità dal punto di vista tecnico, anche se di talento ce nè tanto allinterno della Lazio. Però forse non quello che cera nel 99/00”.
Quella fu l’epoca della Lazio di Cragnotti, un periodo dalle due facce perchè siamo passati dai molti trionfi al quasi fallimento della società.
“Credo che Cragnotti alla fine sia rimasto un po vittima di un sistema che gli si è sfaldato nel momento in cui lui avrebbe avuto bisogno di più solidità. Chi ha vissuto quegli anni non può non guardare con riconoscenza un presidente che ha dato tanto per la Lazio, da un punto di vista degli investimenti, della partecipazione, dellentusiasmo. Abbiamo vinto un campionato, probabilmente allepoca, senza quel tipo di investimenti, sarebbe stato impossibile competere con le realtà più importanti del campionato italiano”.
Oggi la società è gestita da Claudio Lotito, che sta raccogliendo belle soddisfazioni con la Lazio pur non investendo cifre esorbitanti come faceva Cragnotti.
“Trovare dei punti di similitudine tra la gestione Cragnotti e la gestione Lotito mi sembra abbastanza complicato, sono due filosofie completamente diverse. Allepoca cera la possibilità, o quantomeno si credeva ci fosse la possibilità di poter investire cifre notevolissime, forse anche non sostenibili, come poi la storia ha dimostrato. Adesso cè una gestione totalmente opposta – e questo è un grande merito della gestione Lotito, Tare e di chi li aiuta dal punto di vista tecnico – una gestione oculata, dove si cerca di mettere al primo posto lequilibrio del bilancio societario, senza mettere in difficoltà quella che è la forza della squadra, grazie ad acquisti oculati, giocatori bravi, pagati il giusto, che vengono a Roma perché la Lazio gioca a Roma e Roma è una piazza molto appetibile per un giocatore di calcio”.
L’uomo che oggi sembra aver raccolto l’eredità di Luca Marchegiani è Federico Marchetti, uno dei protagonisti della lazio di Petkovic
“Luca è un portiere molto bravo, io credo che lui sia troppo diverso da me per paragonarci, anzi credo sia proprio lesatto opposto. Io ero un portiere molto riflessivo, se vogliamo, basavo le mie qualità sulla lettura del gioco, sul piazzamento, sulla tecnica pura, quella che si intendeva una volta per un portiere. Marchetti ha delle doti fisiche straordinarie, riesce a fare delle cose che io non sarei mai riuscito a fare. Senza fare paragoni, credo che Marchetti sia uno dei 3 migliori portieri italiani e meriti questo riconoscimento anche dal commissario tecnico della nazionale”.