Amarcord
Milan-Napoli, il primo capolavoro di Sacchi
Published
4 settimane agoon
Se la gara di ritorno della stagione 1987/88 fu ribattezzata da Diego Armando Maradona in persona come ‘la finale del mondo’, quella di andata tra Milan e Napoli sancì il primo passo di un passaggio di consegne che si sarebbe poi completato qualche mese dopo allo Stadio San Paolo. La vittoria rossonera nel doppio confronto con gli azzurri si rivelò decisiva per la conquista dell’undicesimo Tricolore, il primo dell’era Berlusconi…
Nasce il Milan degli Invincibili
Vincere lo Scudetto al primo colpo non è roba per tutti. Specie spodestando un Napoli semplicemente stratosferico e incontrastato dominatore del campionato: Sacchi ci riuscì mediante un processo di crescita graduale, basato sulle sincronie del collettivo e una quasi maniacale partecipazione attiva di tutti e undici i calciatori della squadra. Era qualcosa di mai visto, non solo in Italia, ma nel mondo. E che, come tale, richiese il giusto tempo per deflagrare in un trionfo di titoli: dopo un inizio complicato, il primo segnale che la strada intrapresa fosse quella giusta è arrivato proprio in quel Milan Napoli del 3 gennaio 1988, quando il ‘nuovo che avanza’ targato Arrigo Sacchi diede una sonora lezione di calcio ai Campioni d’Italia…
A testa alta, contro i Campioni
Il Milan arriva alla sfida più attesa sull’entusiasmo di una vittoria nel derbyottenuta grazie al celeberrimo quanto sfortunato autogol di Riccardo Ferri. E’ un successo che, da un punto di vista mentale, segna la prima piccola svolta di una stagione che si sarebbe poi conclusa in trionfo: dopo i primi deludenti risultati (su tutti la sconfitta contro la Fiorentina e lo 0-0 di Cesena) aleggiano i primi dubbi sul neofita Arrigo Sacchi, mister ‘zero panchine in serie A’ scelto da Berlusconi per aprire un ciclo vincente. I rossoneri si presentano così al big match contro il Napoli con 16 punti in 12 giornate, che valgono il secondo posto in classifica dietro a Maradona e compagni, avanti con 19 (siamo ancora nell’era dei due punti assegnati per ogni vittoria, ndr).
Napoli tutto avanti
Il Napoli però arriva a Milano con l’atteggiamento di chi vuole far subito capire chi comanda: gli azzurri si lanciano subito all’attacco e, dopo appena 10 minuti, trovano ilgol del vantaggio confezionato con una magia sull’asse Maradona-Careca. Sembra l’inizio della fine delle ambizioni di gloria rossonere: davvero troppo forte questo Napoli per poter pensare di sovvertire il pronostico di un campionato che, sulla carta, sembra già assegnato.
Nel segno di Ruud
E, invece, il gol subito ha l’effetto di una svegliasui calciatori rossoneri. In primis su Ruud Gullitche, stuzzicato dalla prodezza di Maradona, comincia a lucidare il suo Pallone d’Oro, mettendo sul campo tutte le proprie skills: dopo aver confezionato l’assist per il pareggio di Angelo Colombo, l’olandese sale in cattedra e comincia a far valere muscoli e centimetrinella trequarti avversaria, cogliendo anche un palo con un poderoso colpo di testa. Se il gol del 2-1 sarà una giocata tutta di Pietro Paolo Virdis(abile nel mettere sotto scacco tutta la difesa partenopea e infilare il portiere con un preciso rasoterra), quello del 3-1 è una vera e propria perla del Tulipano Nero. Perfetto l’inserimento nell’area di rigore avversaria, sublime il dribbling sul portiere in uscita, facile facile poi il tocco a depositare in rete il pallone che chiude la gara e sfila un pezzo di Scudetto dalle maglie azzurre. Sarà poi Donadoni, nel finale, a concludere la lezione di calcio con un bel tiro da fuori su cui il solito Gullit è lesto ad abbassarsi ingannando la visuale del portiere del Napoli.
“Un vero spettacolo”
Quella di San Siro fu una vittoria capace di spostare gli equilibri di un campionato che, fino a quel momento, non aveva regalato grosse sorprese: il Napoli Campione d’Italia sembrava destinato ad un nuovo trionfo spinto dai gol di Maradona e Careca. Ma il calcio di Arrigo Sacchi era la teoria futurista destinata a rompere tutti schemi della contemporaneità e anticipare l’arrivo di una nuova era. Cominciata ufficialmente il 3 gennaio 1988, come ricordato proprio dal Profeta di Fusignano nella sua autobiografia ‘Calcio totale’:
Vincemmo quattro a uno. Per l’entusiasmo e il divertimento dei tifosi lo stadio era diventato una polveriera. Vincemmo una partita straordinaria con personalità e carattere, padroni del campo, padroni del gioco, con ritmi e velocità impressionanti: un vero spettacolo!